Le proprietà delle cicerchie, quel legume che non va più di moda

Le cicerchie sono un prodotto tipico italiano, eppure sono poco conosciute anche dagli italiani stessi. Sono diffuse, e cucinatissime, soprattutto nelle regioni centrali (Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia) e sono un alimento salutare e molto nutriente. Ma è fondamentale non esagerare con il consumo. Come mai?
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Sara Polotti 15 Dicembre 2023
* ultima modifica il 29/01/2024

La cicerchia (Lathyrus sativus L.) è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Leguminosae (o Fabaceae). È caratterizzata da fusti sottili che raggiungono, con i loro rami, circa 60 cm. Ha foglie alate e alterne e produce fiori a forma di campanulata bianchi, rosa e azzurri, molto tenui. Dopo la fecondazione, si sviluppa un piccolo baccello che contiene al suo interno 5 semi, lisci e schiacciati. Purtroppo, questi semi contengono una sostanza definita neurotossica e se consumati in modo eccessivo possono causare latirismo.

Le cicerchie sono un legume tipico della cucina mediterranea, negli ultimi anni un po’ dimenticato. Anche l’alimentazione vive di tendenze e di moda e talvolta a farne le spese sono proprio alcuni prodotti tipici. È una pianta che cresce nei terreni meno ospitali, quindi aridi e ciottolosi. Non ha bisogno di molta acqua e produce sempre ottimi raccolti, in termini quantitativi. È un prodotto versatile, perché può essere trasformato anche in farina, ideale anche per chi è celiaco.

Oggi le cicerchie sono una coltivazione tipicamente italiana, anche sei puoi trovarla anche in altri paesi d’Europa. Hanno però una storia antica, che risale al periodo preistorico del neolitico, ultimo periodo dell’età della pietra (10.000-5.000 a.C.). Sono state trovate delle tracce in Mesopotamia (8.000 a.C) e pare che fossero coltivate anche durante l’Antico Egitto.

Le conosci, le hai mai assaggiate? Scopri perché potrebbero essere un ingrediente da aggiungere alla tua dieta.

Proprietà e benefici delle cicerchie

Le cicerchie sono un elemento tipico della cucina povera e contadina e sono nutrizionalmente molto valide. Hanno un alto contenuto proteico, sono ricche di fibre solubili e insolubili, hanno pochi grassi ma di ottima qualità perché polinsaturi.  Questo quadro le inserisce di diritto tra gli alimenti ideali per la salute del cuore, per mantenere bassi i livelli di colesterolo e contrastare l’ipertensione. Sono ovviamente un alleato dell’intestino e della linea.

Sono adatte in caso di diabete, perché ricche di amido resistente e amilosio. Le puoi definire un alimento a basso indice glicemico. Inoltre, contengono discrete quantità di calcio, fosforo, potassio e ferro, minerali utili a molte funzioni nell’organismo.

Valori nutrizionali

I valori nutrizionali di 100 grammi di cicerchie (bollite senza sale e scolate) sono:

  • Calorie 134 kcal
  • Carboidrati 51%
  • Proteine 28%
  • Acqua 11.5%
  • Fibre alimentari 6%
  • Grassi 1.5%

E poi hanno buone quantità di

  • vitamina B1 (Tiamina)
  • vitamina B2 (Riboflavina)
  • vitamina B3 (vitamina PP o Niacina)
  • ferro
  • fosforo
  • potassio
  • calcio

Come consumare le cicerchie

Le cicerchie, prima di essere cotte, devono essere messe in ammollo in acqua tiepida e salata per almeno 24 ore.  È importante cambiare l’acqua ogni 3 o 4 ore.

Poi è possibile bollirle (i tempi sono molto lunghi) e si possono aggiungere alla preparazione di zuppe, paste e insalate. Hanno un sapore delicato e dolce, che si sposa bene come contorno di accompagnamento ai piatti di pesce.

Quante mangiarne al giorno?

La moderazione è sempre una parola chiave per una dieta equilibrata, e va applicata anche con le cicerchie, che possono essere considerate in tutto e per tutto un legume e quindi una proteina vegetale benefica, da consumare frequentemente.

Una porzione è considerata circa 150 grammi. La si può consumare ogni giorno, e in generale circa 4-5 volte alla settimana. Meglio però variare i legumi, alternando le cicerchie ad altre fonti.

Controindicazioni

Come anticipato, i semi contengono composti tossici e antinutrizionali. Il più famoso è l’ODAP, acronimo di acido beta-N-ossalil-L-alfa beta-diamminopropionico. È controindicato il consumo, soprattutto in quantità abbondanti, perché può scatenare una sindrome tossica neurodegenerativa, nota come latirismo, che si manifesta con convulsioni, dolori muscolari e crampi e incontinenza urinaria. Come tutti i legumi, inoltre, a causa della concentrazione di fibre alimentare, può causare gas e flatulenza.

(Scritto da Valentina Rorato il 16 giugno 2021;
modificato da Sara Polotti il 15 dicembre 2023)

Fonte | Humanitas

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