
Era in giro dal 2017, quando si era staccato dalla piattaforma Larsen C, in Antartide e, dopo un primo anno piuttosto statico, durante gli ultimi mesi ne avevamo parlato diverse volte a causa del suo progressivo avvicinamento all’isola della Georgia del Sud da cui a fine novembre del 2020 distava soltanto 350 km.
Oggi, quello che era stato definito l’iceberg più grande del mondo per un totale di quasi 6mila km quadri di area, a causa delle onde, delle correnti e dell’aria più calde si è frammentato in quattro o cinque pezzi, a loro volta frantumatisi in tanti altri piccoli frammenti e non vale più la pena di essere monitorato, secondo il National Ice Centre. A questo punto, non rappresenta più una minaccia reale per l’alimentazione di foche e pinguini abitanti del South Georgia.
La paura, infatti, era quella che appoggiandosi alle coste dell’isola l’enorme blocco di ghiaccio avrebbe impedito alla fauna locale di procacciarsi il cibo impedendo l’accesso al mare alle colonie di pinguini.