L’importanza per il clima del trattato salva Oceani, una conferma arriva dalla Biologia

Ci sono voluti oltre dieci anni di negoziati e incontri per raggiungere questo accordo storico. Adesso tutti i Paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si impegneranno per salvaguardare una parte della biodiversità di tutti gli Oceani, precisamente il 30%. L’accordo firmato sabato 4 marzo punta a tutelare il risanamento delle specie marine a rischio estinzione. Fissa limiti alla pesca, alle zone in cui possono transitare le navi e alle attività di esplorazione e ricerca che attualmente si possono svolgere.
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Mattia Giangaspero 7 Marzo 2023
Intervista a Maria Sole Bianco scienziata, divulgatrice naturalistica, punto di riferimento per la conservazione dell’oceano. Fondatrice e Presidente Worldrise

Per oltre dieci anni si è provato a far qualcosa, senza però mai riuscirci. Adesso un primo grande passo è arrivato: entro il 2030 tutti i Paesi membri dell'Onu hanno l'obbligo di salvaguardare il 30% dell'alto mare. L'Oceano rappresenta quasi la metà del Pianeta ed è fondamentale nell'assorbire emissioni di CO2 prodotte dall'essere umano e dalle sue attività. Si tratta poi di un trattato fondamentale perchè, con questo, si potrà gestire quello spazio di mare che non fa parte di acque territoriali, quindi non soggette ad un’esclusività dal punto di vista economico. Delle zone in altre parole, non sottoposte alla giurisdizione di alcuno Stato o Nazione.

A Ohga è intervenuta in merito alla questione la scienziata e biologa marina Maria Sole Bianco che ha spiegato meglio qual è l'importanza di questo trattato e in cosa si può ancora migliorare.

Dottoressa, volevo chiederLe un suo parere scientifico in merito al trattato siglato sulla salvaguardia del 30% degli Oceani. Perchè è importante per contrastare il riscaldamento globale e lottare contro le maggiori emissioni di CO2? 

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"Intanto bisogna fare una premessa riconoscendo l'Oceano come uno dei nostri più grandi alleati contro la crisi climatica, perchè con la sua capacità è in grado di assorbire non solo anidride carbonica, circa 1/3 di quella che produciamo, ma anche gran parte del calore in eccesso trattenuto in atmosfera e qui stiamo parlando del 93% di questo calore."

Conta che se lo stesso calore degli ultimi 50 anni  finito negli Oceani, fosse finito nei primi dieci chilometri d'atmosfera, la temperatura del nostro Pianeta sarebbe di 36 gradi in media superiore a quella attuale. Questo ruolo l'Oceano lo può svolgere solo se è sano e per salvaguardarne la funzionalità, bisogna ripristinare degli equilibri che l'uomo ha intaccato e alterato.

"Proteggere il mare ci consente di ripristinare questi equilibri venuti meno. In questo modo riusciremmo a ripristinare una parte dell'ecosistema marino, le specie che lo abitano e tutta la biodiversità.  Questo trattato ci consente di proteggere metà del Pianeta, ciò che prima non potevamo fare in queste acque non nazionali e sì, possiamo farlo entro il 2030 anche grazie, poi, alla Convenzione sulla biodiversità biologica siglata lo scorso dicembre a Montreal. Questi due trattati si intrecciano alla perfezione, anche perchè senza quest'ultimo, il compito di salvaguardare l'ecosistema marino non era possibile attuarlo, in quanto veniva prevista la protezione di acque costiere e nazionali. Qui c'era un problema di fondo. Ogni Stato doveva proteggere il 77% delle sue acque per arrivare a proteggere il 30% globale. Invece con questo trattato, parlando di acque oceaniche non nazionali si può centrare l'obiettivo. "

È un trattato migliorabile? 

"Assolutamente sì. Sicuramente non è stato ben definito quanto queste aree che sono state istituite siano completamente protette o se, invece, consentano l'uso sostenibile delle proprie risorse, limitando quindi pesca e ricerca, ma non cancellandole completamente. In questo senso c'è stato un dibattito molto aperto tra i vari Paesi. C'era chi voleva far scrivere il termine "proibire", altri invece i termini "aree completamente protette".

Ecco noi quello di cui abbiamo bisogno è che vengano istituite anche aree totalmente protette, oltre ad aree con estrazioni sostenibili.