Nel cuore del Pantanal brasiliano, una delle aree umide più grandi e ricche di biodiversità del mondo, è stata catturata una scena mozzafiato: un giaguaro che attacca un alligatore. Questa straordinaria immagine ha fatto il giro del mondo, diventando un simbolo della potenza e della bellezza della natura selvaggia.
L'evento è stato immortalato dal fotografo britannico Chris Brunskill lungo il fiume Rio Tres Irmaos. Brunskill, noto per le sue fotografie di fauna selvatica, ha documentato l'intero attacco, che si è concluso con il giaguaro che trascinava il caimano sconfitto sulla riva. La foto a marzo 2024 è stata tra le vincitrici dei Sony World Photography Awards , è appena apparsa anche nella lista degli “Highly Commended” dell'edizione di quest'anno del Wildlife Photographer of the Year , il più famoso concorso di fotografia naturalistica del mondo. mondo, promosso 60 anni fa dal Museo di Storia Naturale di Londra.
La foto però pone l'attenzione su un altro fenomeno e purtroppo si tratta di un fenomeno non positivo per gli stessi giaguari di Pantanal. La località brasiliana, ogni anno è colpita da incendi boschivi che danneggiano la biodiversità locale e quindi l'habitat in cui vivono i giaguari. Uno dei giaguari conosciuto con il nome di Gaia, è morto avvolto dalle fiamme ed è stato trovato carbonizzato . Era uno dei giaguari monitorati, fin dalla nascita, dall'équipe di biologi dell'associazione Onçafari, che lavora per preservare questa specie, il felino più grande delle Americhe.
Sono tanti i problemi che minacciano la conservazione del giaguaro, la cui popolazione è ancora ritenuta in calo dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Come ti sarà facile intuire, l'uomo gioca un ruolo fondamentale in questa situazione, rappresentando di fatto il pericolo più grande per questo felino, peraltro in diversi modi. Il primo è la deforestazione che affligge soprattutto il Sud America e che sta gradualmente distruggendo l'habitat ideale di questi animali, che si ritrovano sempre più isolati e circondati da dighe, strade o miniere laddove prima c'erano alberi sui quali arrampicarsi.