L’inquinamento elettromagnetico: definizione, cause e conseguenze

La produzione artificiale di radiazioni ha causato, con l’avvento delle tecnologie moderne, un nuovo tipo di inquinamento. In cosa consiste, da dove proviene e soprattutto quali sono i rischi e le normative per contrastarli?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gianluca Cedolin 5 Aprile 2021

Se fino all'inizio del secolo scorso la radiazione elettromagnetica sulla terra aveva origine solamente naturale, con le innovazioni e le tecnologie umane le radiazioni hanno cominciato ad aumentare, fino a creare quello che oggi chiamiamo l'inquinamento elettromagnetico. Ma di cosa si tratta esattamente e quali sono i rischi delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti?

L'inquinamento elettromagnetico

Definizione

L'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, incaricata di monitorare lo stato dell'inquinamento elettromagnetico in Italia, lo definisce come un «aumento del campo elettromagnetico dovuto alle sorgenti artificiali rispetto al campo elettromagnetico naturale». Anche il ministero della Transizione ecologica parla di «generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali non attribuibili al naturale fondo terrestre o a eventi naturali».

Cause

Dovunque l'elettricità sia trasformata, trasportata e utilizzata si generano dei campi elettrici e magnetici, a bassa o ad alta frequenza. Le cause dell'inquinamento elettromagnetico artificiale sono gli impianti delle telecomunicazioni come la radio e la televisione, le reti per la telefonia cellulare, i radar, gli elettrodomestici. A livello naturale, invece, i campi elettromagnetici vengono generati dal sole, dalle stelle, dai temporali e dalla terra stessa.

Normativa

I principali provvedimenti con i parametri di esposizione all'inquinamento elettromagnetico, o elettrosmog come qualcuno lo definisce, sono due decreti del 2003. Questi definiscono limiti molto stringenti per l'esposizione ai campi elettromagnetici sia a bassa frequenza, causati dagli elettrodotti, sia ad alta frequenza, prodotti dagli impianti radio-tv e di telefonia mobile. Per i campi ad alta frequenza il limite di esposizione è compreso tra i 20 e i 60 V/m (Volt/metro), in base alla frequenza, mentre il valore di attenzione e l'obiettivo di qualità non devono superare i 6 V/m. Per limite di esposizione si intende una quantità che non deve mai essere superata, mentre il valore di attenzione si applica agli ambienti (residenziali e lavorativi) adibiti a permanenze non inferiori alle quattro ore giornaliere.

Conseguenze

Gli effetti sulla salute dell'uomo e della natura dei campi elettromagnetici sono ancora molto dibattuti, e in parte sconosciuti, nella comunità scientifica. Alcuni studi hanno dimostrato che un'eccessiva esposizione alle radiazioni elettromagnetiche può causare degli impulsi nervosi e delle contrazioni muscolari involontarie, o un generale surriscaldamento dei tessuti. Alcuni esperimenti hanno evidenziato dei danni alle facoltà di apprendimento degli animali e di crescita delle piante esposti all'elettrosmog. I limiti di esposizione introdotti dalle normative dovrebbero, comunque, impedire questi effetti.

Sul sito dell'Airc, invece, si legge che «gli studi epidemiologici e sperimentali condotti finora non hanno ancora mostrato associazioni significative tra l'esposizione a campi magnetici e un'aumentata insorgenza di cancro in bambini e adulti». Se il principale effetto dei campi elettromagnetici sul corpo umano è il riscaldamento, infatti, «i livelli ai quali siamo normalmente esposti, per esempio mentre guardiamo la televisione o utilizziamo il computer, sono molto inferiori ai valori richiesti per produrre un riscaldamento significativo».

Rimedi

A livello istituzionale e legislativo le soluzioni per ridurre l'elettrosmog sono, oltre come detto all'applicazione delle leggi che stabiliscono i limiti di esposizione, l'investimento in impianti a basso impatto e un censimento completo di tutti le sorgenti, per monitorarle meglio. Nel nostro piccolo, noi possiamo compiere diversi gesti per diminuire l'inquinamento elettromagnetico in casa, come spegnere i cellulari di notte, staccare le spine elettriche quando non utilizziamo gli apparecchi, spegnere la televisione e il computer (non lasciarli in stand-by), non usare troppo il microonde, preferire le cuffie nel caso di lunghe telefonate, eccetera. Tutti gesti che, tra l'altro, ci faranno anche risparmiare in bolletta!