L’inquinamento riduce l’aspettativa di vita e provoca 8,8 milioni di morti premature ogni anno

Come emerge da una ricerca condotta dall’Istituto Max Planck e dall’Università di Mainz, l’inquinamento atmosferico accorcia la vita di tutti noi in media di 3 anni e ha un peso sull’aspettativa di vita maggiore di fumo e malattie come Aids e malaria. Per gli esperti si può parlare di “pandemia da inquinamento”.
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Federico Turrisi 5 Marzo 2020

Non c'è solo il coronavirus, anche se in questi giorni ti sembra che non si parli di altro. C'è un altro killer silenzioso che ogni anno causa la morte di milioni di persone e che noi appartenenti al genere umano non facciamo altro che alimentare: stiamo parlando dell'inquinamento atmosferico. I ricercatori dell’Istituto Max Planck e dell’Università di Mainz, in Germania, hanno preso il nuovo Global Exposure Mortality Model (Gemm), che riunisce i dati di numerosi studi di coorte sull'esposizione al particolato fine (il cosiddetto PM2.5), e lo hanno applicato per esaminare l'eccesso di mortalità attribuibile all'inquinamento atmosferico su scala globale e confrontarlo con altri fattori di rischio.

Le conclusioni a cui sono arrivati sono allarmanti. L'inquinamento provoca 8,8 milioni di morti premature nel mondo ogni anno e ha un impatto negativo sull'aspettativa di vita peggiore del fumo e di malattie come l'Aids e la malaria. Se infatti il fumo accorcia l'aspettativa di vita in media di 2,2 anni (causando 7,2 milioni di morti premature all'anno), l'Aids di o,7 anni (responsabile di circa un milione di morti premature all'anno) e la malaria di 0,6 anni (con circa 600 mila morti premature all'anno), l'inquinamento la riduce in media di ben 3 anni.

A causa dello smog in Italia l'aspettativa di vita si accorcia di 1,91 anni

In Europa sono 2,2 gli anni di aspettativa di vita che in media vengono persi a causa dell'inquinamento dell'aria, in Italia sono invece 1,91. Nel nostro paese 81.473 persone muoiono oggi per malattie riconducibili allo smog. I ricercatori si sono poi concentrati sulle patologie di cui l'inquinamento favorisce l'insorgenza e hanno riscontrato che la prima causa di morte sono le malattie cardiovascolari come infarto e ictus. A seguire troviamo le malattie respiratorie, quelle oncologiche (in primis il tumore al polmone) e il diabete.

Insomma, siamo di fronte a una vera e propria "pandemia da inquinamento", come la definiscono gli stessi ricercatori. Il problema, come abbiamo appena visto, riguarda tutta la popolazione mondiale. Un altro elemento che mette in rilievo lo studio è il seguente: se eliminassimo le emissioni legate all'industria dei combustibili fossili, l'aspettativa di vita media nel mondo salirebbe di oltre un anno. Quindi una "cura" ci sarebbe anche, ma occorre rivedere i nostri modelli di produzione e di consumo e, se necessario, cambiare anche le nostre abitudini. Qualche esempio? Per spostarti in città, lascia in garage la tua macchina e prendi piuttosto la bicicletta oppure i mezzi pubblici.

Fonte | "Loss of life expectancy from air pollution compared to other risk factors: a worldwide perspective" pubblicato su Cardiovascular Research il 3 marzo 2020.