L’insulina per il diabete ora si potrà somministrare una volta alla settimana: cosa cambia per i pazienti dopo l’ok di Ema

Anziché (almeno) una volta al giorno, ora l’insulina per tenere sotto controllo il diabete potrà essere somministrata una volta alla settimana. L’Agenzia Europea del Farmaco ha approvato una nuova formulazione che promette di migliorare la qualità di vita dei pazienti ma anche la gestione – sociale, lavorativa e psicologica – della patologia.
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Kevin Ben Alì Zinati 29 Maggio 2024
* ultima modifica il 29/05/2024

Una volta alla settimana, non più 365 volte in un anno ma “appena” 52. La somministrazione dell’insulina per tenere a bada il diabete presto funzionerà così.

L’Agenzia europea dei medicinali ha appena approvato, infatti, la prima insulina settimanale al mondo per il trattamento dei pazienti adulti affetti da una forma di diabete.

Si tratta di una grossa novità prima di tutto per i pazienti perché permetterà di ridurre significativamente il numero di somministrazioni di insulina che oggi, appunto, prevede ancora una programmazione (almeno) giornaliera.

Allo stesso tempo, la nuova formulazione permetterà anche una miglior gestione della terapia – e quindi della malattia – da un punto di vista sociale, lavorativo e psicologico, tanto del paziente quando della famiglia.

insulina

C’è anche un altro aspetto di cui spesso si parla poco. Il numero di iniezioni di insulina molte volte ha rappresentato un ostacolo anche all’aderenza alla terapia da parte dei pazienti. Tieni a mente infatti che il 50% delle persone colpite da diabete e che necessita di terapia insulinica, ritarda di oltre due anni l'inizio del trattamento andando incontro chiaramente a ripercussioni gravi sulla gestione della malattia e delle sue complicanze.

Secondo i dati descritti dall’azienda farmaceutica produttrice, la nuova insulina settimanale negli studi clinici di fase 3 ha permesso una riduzione della della glicemia rispetto a quanto offerto dall’insulina basale somministrata quotidianamente e avrebbe anche favorito il controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo 2.

Una piccola grande rivoluzione, insomma, che potrebbe seriamente migliorare la vita di quasi 4 milioni di italiani, circa il 6% della popolazione totale. Un dato che tra l’altro rappresenta una sottostima visto che le diagnosi mancate smontano a quasi 1,5 milioni.

Fonte | Ansa

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