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L’Italia è tra i migliori 10 Paesi Europei che rispettano gli Accordi di Parigi sull’Eolico, male la Francia

Il WWF Europa ha presentato un nuovo rapporto in merito all’energia eolica che vede l’Italia far parte dei migliori, ovvero di un gruppo di 10 Stati che rispettano pienamente gli obiettivi 2030 preposti dalla Commissione UE. Vediamo quali sono e di cosa si tratta.
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Mattia Giangaspero 9 Ottobre 2023

"Siamo pienamente in corso". L'Italia è entrata a far parte di un gruppetto di 10 Paesi europei che stanno rispettando il piano "PAC" (Accordo di Parigi) riguardo lo scenario sull'energia eolica. 

Ovviamente però questo potrebbe cambiare in futuro e velocemente poichè tutti gli Stati membri saranno chiamati sempre di più a sviluppare la loro capacità di energia eolica (in GW). Uno degli obiettivi da percorrere è quello di riuscire a triplicare la diffusione annuale di energia eolica, da 16 GW dell'anno scorso, quindi 2022,  a 44 GW nel 2030. E se questo l'Italia smette di farlo ci porterebbe a non far più parte dei migliori.

In attesa delle nuove regole proprio europee e indette dalla Commissione, proprio sull'eolico, il nuovo rapporto del WWF “Blowing in the Windevidenzia come ‘le proiezioni' degli Stati membri sono sostanzialmente in linea con gli obiettivi sulle energie rinnovabili (RED) del 42,5%.

Arnaud Van Dooren, responsabile delle politiche climatiche ed energetiche presso l'Ufficio per le politiche europee del WWF: “Le ambizioni degli Stati membri per lo sviluppo dell'energia eolica sono sostanzialmente in linea con il nuovo obiettivo RED, almeno sulla carta. La domanda è se saranno in grado di soddisfarli, o meglio di superarli, perché l’obiettivo del 42,5% dell’UE è ben al di sotto di quanto necessario per limitare il riscaldamento climatico a 1,5°C”.

Come detto dallo stesso Van Dooren, raggiungere questo nuovo obiettivo RED non sarà sufficiente per rimanere in linea con l’Accordo di Parigi e limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. E questo è dimostrato nel rapporto dallo scenario energetico compatibile con l’Accordo di Parigi (PAC) e dal modello Ember New Generation- che sono entrambi in linea con le raccomandazioni del WWF del 50% di energia rinnovabile entro il 2030. Infatti, il rapporto ha confrontato la compatibilità delle ambizioni degli Stati membri con lo scenario PAC e ha scoperto che solo 10 Stati membri sono in linea con questo scenario.

Dove ancora si può far meglio, per quanto riguarda l'Italia, più che l'Europa, è il tema dell'efficienza energetica per le infrastrutture, che siano edifici, case o opere strategiche. L'obiettivo finale in questo caso è più alto rispetto a quanto specificato nella nuova legge RED III. Bisogna ridurre del 65% le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere le zero emissioni nette di gas serra entro il 2040, con una fornitura del 100% rinnovabile sempre entro lo stesso 2040.

Sempre il responsabile delle politiche climatiche ed energetiche del WWF Europa, Van Dooren ha dichiarato: 

“Se vogliamo espandere rapidamente l’energia eolica riducendo al minimo l’impatto sulle comunità e sulla natura, allora è fondamentale una pianificazione tempestiva ed efficace che consideri in parallelo il clima, la natura e gli obiettivi sociali. L’attuale tendenza dell’UE ad accelerare i processi di autorizzazione esentando i progetti rinnovabili o le tecnologie pulite dalle norme ambientali è la strada sbagliata da percorrere. L’espansione delle energie rinnovabili richiede una pianificazione olistica, altrimenti potremmo finire per avere un impatto sulla natura stessa e sulle persone che cerchiamo di proteggere”.

L'Italia tra i migliori, la Francia tra i peggiori

Tornando all'analisi svolta dal WWF, ora proviamo a vedere chi fa parte di questo gruppo di 10 Stati.

  • l’Italia con la sua ambizione da 26.9 GW eolici al 2030,
  • l’Austria,
  • il Belgio,
  • la Danimarca,
  • la Germania,
  • l’Irlanda,
  • i Paesi Bassi,
  • il Portogallo,
  • la Lituania
  • la Svezia

Chi sembra non rispettare, per il momento, gli obiettivi è proprio la Francia, oltre anche alla Spagna, Grecia e al Lussemburgo. Questo in quanto prevedono una crescita del 70-90% massimo rispetto alla quota prevista dall'Euoropa.

Per Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia si parla invece di una quota al di sotto del 70%.