Quando scade l’olio d’oliva e come capire se è ancora buono

Se ti è venuto un dubbio, puoi fugarlo grazie ai tuoi sensi: per capire se l’olio d’oliva è ancora commestibile o è scaduto, infatti, ci sono piccoli dettagli che puoi cogliere semplicemente osservandolo o annusandolo e assaggiandolo. Ecco come riconoscere l’olio irrancidito in pochi passaggi.
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Kevin Ben Alì Zinati 21 Aprile 2024
* ultima modifica il 21/04/2024

Non capita solo a te: sono moltissime le persone che spesso danno per scontata la data di scadenza di certi alimenti, credendoli quasi "immortali". Pensiamo all‘olio di oliva: ti è mai capitato di leggere la data di scadenza? Solitamente non accade. Per due motivi: perché lo si consuma velocemente (nella dieta mediterranea e italiana è uno dei principali ingredienti), e soprattutto perché si ritiene abbia una durata molto lunga.

Tendenzialmente, si pensa che l'olio di oliva duri più o meno un anno al suo imbottigliamento.

In parte è vero, ma è bene sapere che anche l'olio d'oliva può irrancidire e andare a male. Per riconoscere se l'olio che stai portando in tavola è ancora buono oppure è andato a male ci sono piccoli indizi a cui devi fare attenzione: colore, odore e sapore.

L'olio extravergine d'oliva scade?

Un primo dato per capire se l'olio è ancora buono o se l‘olio è scaduto è conoscere il suo ciclo di vita. Ovvero: quanto dura l'olio? Qual è la data di scadenza, indicata sulla confezione, in relazione al suo imbottigliamento? Tendenzialmente, l'olio d'oliva mantiene le sue proprietà tra i 12 e 18 mesi dalla data di estrazione. Meglio, quindi, non utilizzarlo trascorso questo tempo.

Questo periodo può naturalmente variare, sia in base al tipo di olio, sia in relazione alla sua conservazione. Ad esempio, se è stato conservato in bottiglie non ambrate (vetro o plastica) può alterarsi.

Quanto dura l'olio d'oliva?

Una volta aperta, se conservato in maniera consona l'olio di oliva resta buona e conserva le proprie caratteristiche organolettiche anche per più di 15 mesi. Più passa il tempo, però, più tende a perdere colore, gusto e sapore.

Come capire se l'olio d'oliva è ancora buono

Il colore dell'olio è il primo dato che può indicarti se è buono oppure rancido. L'olio ancora buono è infatti giallo o verde, dorato e vivo, e non ambrato o rossastro, ad esempio. Tutti i colori che non sono tra il giallo e il verde classici devono farti scattare un campanello di allarme.

La variazione di colore, infatti, indica che l'olio non è probabilmente stato conservato correttamente e, imbottigliato in un contenitore non ambrato o scuro, è stato esposto ai raggi solari o alla luce.

Colore, odore e sapore sono aspetti cruciali per capire se l’olio d’oliva è scaduto o è ancora buono.

Il secondo indicatore sono i nostri sensi più legati al cibo, e cioè il gusto e l'olfatto. Se, una volta aperto, l'olio ti sembra rancido, acido o sgradevole (annusato o assaggiato), significa che è andato a male.

Come utilizzare l'olio di oliva scaduto

L'olio andato a male (perché hai fatto le prove scritte sopra o perché addirittura si è superata la data di scadenza indicata sulla confezione) non va assolutamente mangiato, e quindi nemmeno utilizzato per le fritture. Tutt'al più puoi sfruttarlo per progetti casalinghi, ad esempio per creare saponi oppure per oliare meccanismi cigolanti o mobili in legno che necessitano nutrimento.

Per le prossime volte, conserva meglio l'olio: se l'hai acquistato in una bottiglia trasparente, travasalo in una ambrata o scura, in vetro. Tienilo sempre in una dispensa chiusa al riparo sia dalla luce, sia da fonti di calore, e infine controlla sempre che non subisca sbalzi di temperatura.

(Articolo scritto da Sara Polotti il 25 luglio 2021
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 18 aprile 2024)

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