L’orso M49 in Trentino: quali sono le novità e cosa sta succedendo?

L’orso trentino è ancora in fuga, anche se potrebbe essere stato incontrato da un escursionista sulla Marzola. Nel frattempo l’ordinanza di cattura resta valida, ma il ministro Costa e la Lega anti-vivisezione non ci stanno. E fanno di tutto evitare l’abbattimento.
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Sara Del Dot 26 Luglio 2019

Proseguono senza sosta le operazioni di ricerca e monitoraggio di M49, l’orso che nella notte tra il 14 e il 15 luglio è riuscito a fuggire dal centro faunistico Casteller, in Trentino, dopo essere stato catturato e da giorni vaga per i boschi della regione sprovvisto di radiocollare. Lì, precisamente nella zona della Marzola, un escursionista sembra essersi di recente imbattuto proprio in M49, che dopo averlo avvistato ha proseguito sulla propria strada. Non è sicuro si tratti proprio di M49, tuttavia rappresenta un’opzione molto probabile dal momento che in quella zona non è stata segnalata la presenza di altri orsi.

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha dato l’ordine di catturare M49 ed eventualmente di abbatterlo nel caso in cui si avvicinasse troppo alle case, ma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha subito espresso la propria contrarietà alla decisione, tanto da cambiare nome al plantigrado da M49 in “Papillon” (con un chiaro riferimento all’omonimo film che vede Steve McQueen interpretare un fuggiasco).

Proprio ieri, Costa ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una foto che lo ritrae mentre indossa una t-shirt regalatagli ad Assisi dal giornalista Marco Grisotti su cui capeggia la scritta “Io sto con Papillon”. Nel post correlato all’immagine, il ministro ha anche voluto sottolineare l’impossibilità di spostare il plantigrado in Abruzzo, dal momento che metterebbe a rischio le specie di orso marsicano, ma che la possibilità di abbatterlo non deve essere presa in considerazione.

Della stessa idea è, ovviamente, anche la Lav, una cui delegazione si è recata ieri presso il ministero di Grazia e Giustizia per chiedere al ministro Bonafede di inoltrare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la richiesta di grazia per il plantigrado e scongiurare così definitivamente la possibilità di abbattimento prevista da Fugatti.