
L'iniziativa europea si chiama "Dam Removal Europe" e in pratica consiste nel voler rimuovere letteralmente ogni diga nei Paesi membri dell'UE, o che risulti o troppo vecchia, o che risulti dannosa per i corsi d'acqua. Cosa vuol dire? L'obiettivo è quello di evitare ulteriori dispersioni di risorse idriche e pensa che in Italia, secondo quanto dichiarato a Ohga qualche mese fa da Massimo Gargano, Direttore generale di ANBI – l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino, perdiamo ogni anno l'89% di acqua a causa di infrastrutture obsolete o errate. Inoltre il pessimo stato di salute di tanti fiumi, sta riducendo la fauna a un ritmo allarmante. E quindi il problema non diventa più la sola risorsa idrica, ma anche la biodiversità di quegli habitat pieni di vegetazione e in cui vivono animali.
Questa "battaglia" l'Unione Europea l'ha intrapresa nel 2014 e solo ultimamente la sta portando avanti con forza provando a tornare in corsa verso quel che era il diktat autoimposto, ovvero: "liberare 25.000 km di fiumi entro il 2030."
In Europa ci sono oltre un milione di dighe: la maggior parte è essenziale per l'irrigazione, la produzione di energia o di acqua potabile, ma altre sono in stato di abbandono. L'anno scorso sono state rimosse più di 330 dighe abbandonate, ma un terzo di queste solo in Spagna. Per quanto riguarda il totale, invece, le dighe rimosse risultano essere 6223.
"È importante per le persone, non solo per i fiumi. Sono ostacoli obsoleti – dice Pao Fernandez Garrido, project manager di Dam Removal Europe -. In Europa ci sono più di 1,2 milioni di infrastrutture in 36 Paesi. E di questi 1,2 milioni, più della metà non compaiono negli inventari, sono abbandonate, non hanno alcuna utilità. Rimuovendole si evitano l'erosione dei corsi d'acqua e le inondazioni, si aiutano le falde acquifere a caricarsi correttamente e si evita che la qualità dell'acqua peggiori".