Madagascar, piante e arbusti per contrastare l’avanzata della sabbia: così il WFP combatte la prima carestia da cambiamenti climatici

In un’area del mondo dove la siccità è da sempre un problema, le condizioni di vita sembrano essersi aggravate per gli effetti dei cambiamenti climatici. Così il World Food Programme ha avviato un progetto di piantumazione su un’area di ben36 mila ettari di dune.
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Gaia Cortese 6 Aprile 2022

La Lalanda trattiene l’umidità del suolo mentre il Sisal e il Filao possono fare da argine al vento. Tre piante scelte per stabilizzare le dune dell’estremo sud del Madagascar e impedire che la sabbia trasportata dall’entroterra dal vento, sommerga tutto quello che incontra: case, scuole e interi villaggi.

Il vento sempre più arido è uno dei più recenti effetti dei cambiamenti climatici, e si accompagna alle piogge che, da almeno cinque anni, sono sempre più scarse. Ecco perché riuscire a stabilizzare 36 mila ettari di dune in questa area geografica non può che considerarsi un enorme successo, in quanto permette di ripristinare gli ecosistemi naturali e di proteggere ambiente e popolazione dagli effetti dirompenti dei cambiamenti climatici.

Non è un caso che l’Onu abbia scelto come tema per il decennio dal 2021 al 2030, proprio il ripristino degli ecosistemi e che proprio in Madagascar se ne inizino a vedere ora gli effetti positivi, dopo anni in cui centinaia di volontari si sono impegnati a piantare alberi. Oggi, in parte, l’obiettivo è stato raggiunto. Le piante introdotte nell'ambiente dall'iniziativa hanno stabilizzato ben 36 mila ettari di dune, intrappolando l’umidità nel terreno e impedendo alla sabbia di muoversi.

Non solo. Il governo del Madagascar è stato anche assistito dal Programma alimentare mondiale (World Food Programme) per fornire assistenza alimentare a circa un milione di persone fino ad oggi che si trova in una condizione di carestia dovuta ai cambiamenti climatici.

Basti pensare che le difficoltà di approvvigionamento di cibo arrivano dalle condizioni di pesca notevolmente peggiorate a causa dell'innalzamento del temperature di mari e oceani e dai raccolti scarsi dovuti al fatto che i campi di mais e di manioca non sono più produttivi come nel passato, proprio a causa delle piogge sempre più scarse. Ecco perché il Programma alimentare mondiale sta valutando la possibilità di estendere questo progetto ad altre aree costiere del Madagascar.