Mascherine e guanti diventano trappole mortali: ecco gli effetti dei rifiuti del Covid-19 sugli animali

Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Leida (nei Paesi Bassi), in collaborazione con il Centro per la biodiversità Naturalis della stessa città, ha analizzato la frequenza e le modalità con cui gli animali selvatici entrano in contatto con i rifiuti del Covid-19 dispersi nell’ambiente. Il quadro che emerge è a dir poco preoccupante.
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Federico Turrisi 29 Marzo 2021

È sempre più evidente che l'attuale emergenza sanitaria si sta traducendo anche in un'emergenza ambientale. La quantità di rifiuti sanitari, in particolare di dispositivi di protezione individuale, è cresciuta vertiginosamente con lo scoppio della pandemia e ovunque nel mondo si assiste a un prepotente ritorno dell'usa e getta. Lo scorretto smaltimento di mascherine e guanti monouso – che nella stragrande maggioranza dei casi, ricordiamolo, sono realizzati con materiali plastici e dunque non sono biodegradabili – è un problema rilevante di cui si parla troppo poco.

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Leida (nei Paesi Bassi) e di biologi del Centro per la biodiversità Naturalis (che ha sede sempre a Leida) ha voluto esaminare più a fondo quale fosse l'impatto dei cosiddetti "rifiuti del Covid-19" sulla vita della fauna selvatica. Per farlo, ha raccolto osservazioni in tutto il mondo, dall'America Latina al sud-est asiatico, basandosi anche su notizie riportate dai media locali e su segnalazioni di associazioni e normali cittadini.

Un pesce persico (Perca fluviatilis) intrappolato in un guanto trovato nei canali di Leida, nei Paesi Bassi. Fotografia di Auke–Florian Hiemstra

I risultati dello studio fotografano una situazione drammatica, in cui nessun tipo di animale viene risparmiato: dai pesci che rimangono intrappolati nei guanti monouso agli uccelli impigliati nei lacci delle mascherine chirurgiche disperse nell'ambiente. Ma sono stati registrati anche casi di scimmie che masticavano pezzi di mascherina, oppure di pinguini nel cui stomaco è stata ritrovata plastica riconducibile ai rifiuti del Covid-19, o ancora di animali domestici, in particolare cani, che ingoiavano dispositivi di protezione abbandonati per terra. Gli esperti aggiungono infine che alcuni uccelli, come le folaghe, utilizzano mascherine e guanti perfino come materiale per i loro nidi. Le conseguenze sono facilmente intuibili  e possono rivelarsi fatali.

Un pettirosso americano (Turdus migratorius) impigliato in una mascherina a Chilliwack, British Columbia, Canada. Fotografia di Sandra Denisuk

Per aumentare la consapevolezza delle persone sul pericolo rappresentato dai rifiuti del Covid-19 per la fauna selvatica, il gruppo di ricerca ha lanciato un sito web (www.covidlitter.com), dove è possibile anche condividere le proprie osservazioni di animali che interagiscono con guanti e mascherine dispersi nell'ambiente, così da mantenere una mappa il più possibile aggiornata del fenomeno. In questo senso, un esempio di citizen science. L'invito, concludono gli scienziati, è quello di preferire le mascherine riutilizzabili e di disfarsi dei rifiuti in maniera corretta.

Fonte | "The effects of COVID-19 litter on animal life", pubblicato su Animal Biology il 22 marzo 2021.