Monumenti a luci spente in Italia, la crisi energetica pesa anche sull’illuminazione del patrimonio artistico

Nei comuni italiani il caro bollette dovuto al rialzo del costo dell’energia sta mettendo in difficoltà gli amministratori locali, che temono di non poter fornire più servizi adeguati ai loro cittadini.
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Francesco Castagna 7 Ottobre 2022

È stato deciso e così sarà: i più grandi monumenti italiani non saranno illuminati durante le ore notturne per far fronte al caro energia. Il primo a trovarsi quasi costretto nel prendere una decisione del genere è stato Stefano Lorusso,  sindaco del Comune di Torino. Dopo essersi illuminata di giallo e blu, in solidarietà e supporto al popolo ucraino, il monumento più famoso della città si è poi illuminata con la bandiera della pace. E ora si spegne, perché dove non arriva una svolta, arriva il pragmatismo, che ci ricorda che ogni kW di energia è sacro. Le illuminazioni degli edifici turistici delle città saranno spente, assieme ai ponti e alle facciate delle chiese.

Come riporta il periodico del consiglio comunale del Comune di Torino, Città Agorà, il Sindaco Lorusso ha esposto alcuni dati: nel 2021 il costo della bolletta elettrica degli uffici comunali ammontava a 9 milioni di euro. Il 31 luglio 2022, poco dopo la metà dell'anno, Torino aveva quasi raggiunto la stessa quota, con 7,9 milioni di euro.  Inoltre la bolletta energetica dell'intera città ammontava a 44,3 milioni nel 2021, mentre quest'anno, a Luglio, era già a 41,6 milioni. L'intero costo del metano per il Comune di Torino, pari a 8 milioni, era già stato raggiunto a fine luglio di quest'anno. In accordo con la Prefettura quindi, per ragioni di sicurezza, si sta parlando di anticipare l'ora di spegnimento dell'illuminazione pubblica e di riattivare lo smart working per i dipendenti degli uffici pubblici, per poter chiudere interi edifici.

La richiesta di Anci

Intanto il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, ha dichiarato al Tgcom24 che “Ogni anno i Comuni spendono in media 1,8 miliardi in costi energetici. Quest’anno, rispetto al 2021, in alcuni Comuni l’incremento di spesa energetica potrà superare il cento per cento. Parliamo di simulazioni su dati Siope, quindi dati di spesa reali. Siamo di fronte a un costo quasi raddoppiato. A conti fatti ai Comuni servirà un altro miliardo, per continuare a erogare servizi legati all’energia, per chiudere bilanci di quest’anno e per impostare quelli del 2023”.

Anche a Savona il sindaco Marco Russo ha deciso, insieme alla giunta di Palazzo Sisto, di ridurre l'illuminazione pubblica sugli edifici storici, ed è già a lavoro per predisporre un piano per ridurre le spese per l'energia.  Lo stesso accade nelle città dell'alessandrino e del milanese, dove i comuni hanno ricevuto indicazioni dalla città metropolitana di Milano di intervenire per prevenire i costi dell'energia, per esempio comuni come Binasco e Cernusco sul Naviglio hanno già predisposto interventi per ridurre l'illuminazione pubblica.

Il piano del Governo

Nel frattempo il governo ha predisposto un piano da 400 milioni di euro, di cui 350 milioni andranno ai Comuni e 50 per le Città metropolitane e le Province, per rendere possibile una continuità dei servizi erogati dagli enti locali. Ma l'Anci ha espresso forti preoccupazioni per l'inverno, e auspica che "vengano adottate le misure necessarie a fronteggiare i costi della crisi energetica prevedendo sostegni aggiuntivi, come il blocco degli aumenti e ulteriori risorse finanziarie".