Negli Stati Uniti il livello del mare cresce a livelli record: a rischio il 25% delle infrastrutture del Paese

In soli 30 anni, gli Stati Uniti vedranno crescere il livello del mare allo stesso ritmo dell’ultimo secolo. La stima è di ben 30 centimetri di incremento da qui al 2050. Lo afferma un rapporto del National Oceanic Atmospheric Administration, per cui il 25% delle infrastrutture critiche del Paese sarebbe a rischio guasto per possibili inondazioni.
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Michele Mastandrea 18 Febbraio 2022

Gli effetti del cambiamento climatico non risparmiano nessuno. Se ti abbiamo parlato, anche di recente, delle conseguenze catastrofiche di decenni di emissioni climalteranti su regioni come quella africana, un nuovo allarme si riferisce questa volta agli Stati Uniti. Uno studio dell’agenzia statunitense National Oceanic Atmospheric Administration, realizzato in collaborazione con altri enti come la Nasa, afferma infatti che solo da qui al 2050 il livello del mare crescerà come negli ultimi cento anni.

Si parla di circa 25-30 centimetri crescita di media, in soli 30 anni. Un dato che mette le aree costiere statunitensi a continuo rischio di inondazioni, anche in mancanza di piogge. E la causa è l’azione dell’uomo. In una conferenza stampa, il direttore della Noaa Rick Spinrad ha cercato di essere ottimista: “Il rapporto è un campanello d’allarme per il Paese, ma ha anche un lato positivo”, ha detto. “Ci dà infatti le informazioni necessarie con cui agire ora, permettendoci di posizionarci meglio per il futuro”.

Ma la situazione è tutt’altro che rassicurante. Le inondazioni dovute all’alta marea in città costiere come Miami, New York o Washington hanno già raddoppiato la loro frequenza dal 2000 a oggi. Trasformando quelli che gli esperti definivano “eventi rari” in “problemi dirompenti”. Il 25% delle infrastrutture critiche del paese sarebbe a rischio guasto a causa di inondazioni: parliamo di autostrade, porti, ospedali, impianti di produzione di energia, insomma di tutto ciò che permette il regolare andamento della vita sociale. E ogni futuro innalzamento del livello del mare aumenta la probabilità di uragani, amplificando l’erosione costiere e la perdita di zone umide (le cosiddette wetlands).

Cresce dunque esponenzialmente il numero di americani esposti alle conseguenze del climate change. Te lo spiega bene Nicole LeBeof, direttrice del National Ocean Service del Noaa, per cui “il quaranta per cento della popolazione degli Stati Uniti vive entro 60 miglia dalla costa. Ci saranno impatti molto variabili, ma non si può negare che gran parte della nostra economia è a serio rischio”.

Il futuro degli Usa dipenderà dunque da quanto verranno limitate le emissioni di gas serra, così come da quanto sarà contenuto nei prossimi anni l’innalzamento della temperatura globale. Gli Stati Uniti hanno influenza e potere come nessun altro sulla scena politica internazionale. Sarà anche loro interesse, vista la situazione, far sì che alla prossima Cop27 di Sharm El-Sheikh vengano presi impegni molto più decisi di quelli pattuiti a Glasgow.