
Si può riprodurre l'inquinamento? Ovviamente sì, ma quello che più sorprende è che lo abbiano fatto degli impressionisti del XIX secolo. Un nuovo studio, recentemente pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences, ha analizzato i cambiamenti di stile e di colore in quasi un centinaio di dipinti di Claude Monet e William Turner, noti non solo per la loro arte impressionista, ma anche per essere vissuti nel pieno della rivoluzione industriale dell'Europa occidentale nel XVIII e XIX secolo.
Lo studio ha evidenziato come con l'aumento dell'inquinamento atmosferico industriale durante le vite di Turner e Monet, anche i loro dipinti avessero cieli più nebbiosi.
"I pittori impressionisti sono noti per essere sensibili ai cambiamenti di luce e ai cambiamenti nell'ambiente – ha affermato Anna Lea Albright, scienziata e autrice principale dello studio -. È quindi logico che siano sensibili non solo al tipo di cambiamento naturale nell'ambiente, ma anche ai cambiamenti causati dall'uomo".
La prima rivoluzione industriale ha sicuramente trasformato i cieli di Londra e Parigi, le due città natale dei pittori presi in esame dallo studio. Se le fabbriche a carbone hanno aumentato le opportunità di lavoro, hanno tuttavia modificato la qualità dell'aria con inquinanti nocivi, come l‘anidride solforosa. Basta pensare che dal 1800 al 1850, nel Regno Unito, è stata emessa quasi la metà delle emissioni globali di anidride solforosa e che Londra è stata interessata da circa il 10 per cento delle emissioni di tutto il Regno Unito. Parigi si è industrializzata più lentamente, ma dopo il 1850 l'aumento di anidride solforosa nell'atmosfera è stato notevole.
Ora sappiamo anche che gli inquinanti atmosferici possono alterare l'aspetto del paesaggio, in modo visibile ad occhio nudo. Come? Assorbendo o diffondendo le radiazioni solari, diminuisce il contrasto tra gli oggetti, rendendoli quindi meno nitidi. Non solo. Gli inquinanti dispersi nell'atmosfera diffondono la luce visibile di tutte le lunghezze d'onda, mettendo in evidenza delle tonalità più bianche e rendendo la luce più intensa durante il giorno.
In una delle opere più famose di Turner, "Pioggia, vapore e velocità", l'artista dipinge un treno in procinto di investire una lepre. I dettagli nel dipinto sono difficili da distinguere: foschia e nebbia oscurano gran parte del dipinto, nient'altro che una sottolineatura del crescente inquinamento atmosferico.
La foschia in questo dipinto non è un caso: il team di ricercatori ha esaminato sessanta dipinti di Turner dal 1796 al 1850 e trentotto dipinti di Monet dal 1864 al 1901. Utilizzando un modello matematico, hanno osservato quanto fossero nitidi i contorni degli oggetti rispetto allo sfondo e, un minor contrasto indicava "chiaramente" una condizione più nebbiosa. I ricercatori hanno anche esaminato l'intensità della foschia misurando il livello di bianco poiché le tonalità più bianche indicavano una foschia più intensa.
Ma quello che più colpisce è che circa il 61 per cento delle variazioni di contrasto nei dipinti erano riconducibili all'aumento delle concentrazioni di anidride solforosa durante quel periodo.
In "Apullia in cerca di Appullus" di Turner, dipinto nel 1814, sono facilmente distinguibili i bordi più nitidi e un cielo limpido. In "Pioggia, vapore e velocità", dipinto trent'anni dopo, dominano i cieli nebbiosi. Durante quel periodo, infatti, le emissioni di anidride solforosa sono più che raddoppiate.
Anche i dipinti di inizio di carriera di Monet differiscono dagli ultimi prodotti. La sua "Terrazza a Sainte-Adresse" dipinta nel 1867 contrasta fortemente con la serie "Houses of Parliament" iniziata intorno al 1899, quando l'artista trascorse diversi mesi a Londra.
"L'impressionismo è spesso in contrasto con il realismo, ma i nostri risultati evidenziano che anche le opere impressionistiche di Turner e Monet catturano una certa realtà – ha detto il coautore Peter Huybers, scienziato del clima e professore all'Università di Harvard -. In particolare, Turner e Monet sembrano aver mostrato realisticamente come la luce del sole filtra attraverso il fumo e le nuvole".
Qualcuno potrebbe obiettare sostenendo che lo stile pittorico di Turner e Monet è appena cambiato nel corso dei decenni, dando origine a quella che oggi chiamiamo arte impressionista. Tuttavia, i ricercatori hanno anche analizzato il contrasto e l'intensità in altri diciotto dipinti di altri quattro artisti impressionisti (James Whistler, Gustave Caillebotte, Camille Pissarro e Berthe Morisot) a Londra e Parigi, e sono arrivati alla medesima conclusione: la visibilità nei dipinti è diminuita con l'aumento dell'inquinamento atmosferico esterno.
Lo studio ha anche respinto una possibile teoria secondo cui la vista di Turner e Monet è peggiorata con l'età, il che potrebbe aver influito sulla loro capacità di dipingere un paesaggio nitido. Ma Turner ha dipinto gli oggetti con dettagli nitidi in primo piano nei dipinti, sfocando quelli sullo sfondo, e Monet non solo non era miope, ma non sviluppò la cataratta fino a diversi decenni dopo aver iniziato i suoi dipinti impressionisti.