Nel 2020 sono finite in mare circa 1,5 miliardi di mascherine: il calcolo di un’organizzazione per la tutela della natura

Nel suo rapporto Masks on the Beach diffuso a dicembre 2020, l’organizzazione OceansAsia ha calcolato che solo nell’anno appena trascorso è stato disperso nell’ambiente circa il 3% dei 52 miliardi di mascherine usa e getta che abbiamo utilizzato. Un danno ecologico che non può lasciarci indifferenti.
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Sara Del Dot 5 Gennaio 2021

Soltanto nell’anno appena trascorso sono state tantissime, circa 1,56 miliardi, le mascherine finite negli oceani di tutto il mondo. Un oggetto che fino a meno di un anno fa era per noi quasi sconosciuto, utilizzato dai medici in sala operatoria, oggi ricopre le superfici acquatiche e le strade delle città, facendosi trovare anche in luoghi impensabili come le profondità degli abissi o altissimi sentieri di montagna. Il luogo in cui questi dpi stanno impattando maggiormente è senza ombra di dubbio il mare, tra le cui acque si trasforma non soltanto in un pericoloso inquinante ma anche in un dannosissimo strumento di sofferenza e morte per gli animali, che non ne riconoscono il rischio.

A calcolare la quantità di mascherine che nel corso di quest’anno siamo riusciti a far finire in mare è stata l’organizzazione OceansAsia di Hong Kong, che si occupa della tutela del mare e della salvaguardia degli ecosistemi. Nel rapporto “Masks on the Beach”, uscito nel dicembre del 2020 l’associazione ha infatti calcolato che di tutte le mascherine utilizzate nel corso della pandemia fino ad ora, circa 52 miliardi, ne è stato disperso in mare circa il 3%, un ammontare pari a 1,56 miliardi. Una quantità enorme e pericolosissima, che nell’anno che verrà potrebbe anche aumentare, dal momento che i dpi faranno parte della nostra vita anche per gran parte (se non tutto) del 2021.

Si tratta, come abbiamo già ripetuto diverse volte, di una vera e propria bomba ecologica, dal momento che le mascherine usa e getta impiegano circa 450 anni per decomporsi e soprattutto che questo ammontare di nuovi inquinanti va ad aggiungersi alle già fin troppo conosciute tonnellate di rifiuti plastici che ogni anno finiscono in mare, rifiuti che grazie alla pandemia sono aumentati anch’essi a causa del diffuso ritorno al monouso.

L’organizzazione ha ribadito l’importanza di smaltire questi rifiuti nel modo corretto gettandoli nell’indifferenziato ed evitando a tutti i costi una loro dispersione nell’ambiente, ma anche e soprattutto tagliando gli elastici per evitare che gli animali che vi si imbattono non restino impigliati. Situazione che in molti casi ne provoca la morte.