disastri climatici

Nel 2022 i danni della crisi climatica sono costati miliardi di dollari: anche 4 città italiane tra i luoghi più colpiti

Un rapporto di Christian Aid identifica 20 dei disastri climatici più distruttivi dell’anno: nessun angolo del Pianeta è stato risparmiato dagli impatti climatici più costosi nel 2022, con tutti i continenti popolati rappresentati nella top 10. E in Italia non ce la passiamo meglio….
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Roberto Russo 28 Dicembre 2022

I dati parlano chiaro: i disastri climatici hanno un costo, non solo in termini di ecososteniblità, ma anche dal punto di vista economico. Stando a un rapporto di Christian Aid (agenzia di soccorso e sviluppo di diverse chiese cristiane nel Regno Unito e in Irlanda che lavora per sostenere la sostenibilità, sradicare la povertà, supportare la società civile fornendo soccorsi in caso di calamità in Sud America, Caraibi, Africa e Asia) i dieci eventi climatici più costosi dal punto di vista finanziario hanno avuto tutti un impatto pari o superiore a 3 miliardi di dollari.

Alcuni dei disastri climatici del 2022 hanno colpito rapidamente, come, per esempio, la tempesta Eunice di febbraio, che ha stabilito un nuovo record di velocità del vento nel Regno Unito di 122 miglia orarie (poco meno di 200 kmh), e l'uragano Fiona che ha colpito i Caraibi e il Canada a settembre, causando perdite per oltre 3 miliardi di dollari in pochi giorni. Altri eventi hanno impiegato mesi, come la siccità in Brasile e in Cina, durate tutto l'anno e costate rispettivamente 4 e 8,4 miliardi di dollari.

L'impatto sulla vita umana

Gli eventi meteorologici estremi hanno causato gravi sofferenze umane dovute all'insicurezza alimentare, alla siccità, agli sfollamenti di massa e alla perdita di vite umane.

"Dietro le cifre in dollari si nascondono milioni di storie di perdite e sofferenze umane. Senza tagli sostanziali alle emissioni di gas serra, questo tributo umano e finanziario non potrà che aumentare”
Patrick Watt, direttore generale di Christian Aid

Qualche dato? L'uragano Ian, per esempio, che ha colpito gli Stati Uniti e Cuba a settembre, ha avuto un costo pari a 100 miliardi di dollari e a 40mila persone sfollate. La siccità in Europa è costata 20 miliardi di dollari, mentre le inondazioni in Pakistan hanno ucciso più di 1.700 persone, ne hanno sfollate altre 7 milioni e, secondo le stime della Banca Mondiale, hanno causato danni economici per 30 miliardi di dollari. Una siccità devastante ha colpito più di 36 milioni di persone in Africa orientale, spingendo molti sull'orlo della carestia. Mentre le popolazioni dell'Africa orientale hanno sofferto per la siccità, in Africa occidentale 1,3 milioni di persone sono state sfollate a causa di inondazioni che hanno ucciso più di 600 persone in Nigeria, Camerun, Mali e Niger.

Chiosa Shouro Dasgupta, ricercatore dell'Istituto europeo di economia e ambiente RFF-CMCC e docente presso l'Università Ca' Foscari di Venezia: “Sia la frequenza che l'intensità degli eventi meteorologici estremi stanno aumentando a causa dei cambiamenti climatici, e provocano impatti economici e sociali senza precedenti. Nel 2022, le inondazioni in Pakistan e in Cina, le ondate di calore in India e in Pakistan, la siccità in Cina e in Europa e diversi cicloni tropicali in Asia e in America hanno provocato danni economici significativi, aggravando l'impatto diretto sulla salute”.

Un dato da considerare

"Il fatto che nell'ultimo anno si siano verificati dieci distinti disastri climatici, ognuno dei quali è costato più di 3 miliardi di dollari, evidenzia il costo finanziario dell'inazione sulla crisi climatica”.
Patrick Watt, direttore generale di Christian Aid

Anche alcuni dei maggiori inquinatori di combustibili fossili hanno dovuto affrontare i disastri ecologici durante quest'anno. L'uragano Ian negli Stati Uniti, l'uragano Fiona in Canada e le inondazioni nell'Australia orientale a febbraio, costate 7,5 miliardi di dollari, hanno colpito Paesi con le maggiori emissioni di carbonio pro capite. Le inondazioni in Sudafrica, la siccità e le alluvioni in Cina hanno colpito due dei maggiori produttori di carbone al mondo.

L'Europa, colpita dalla tempesta Eunice e arsa dalla siccità estiva, è responsabile di circa il 18% dei gas serra causati dall'uomo. Si è impegnata a diventare Net Zero entro il 2050, ma secondo gli osservatori i suoi piani attuali sono considerati "insufficienti".

E in Italia?

La situazione in Italia non è certo rosea. Secondo il rapporto 2022 dell'Osservatorio di Legambiente CittàClimadal 2010 al 31 ottobre 2022 registrati 1.503 fenomeni che hanno provocano danni, 780 i Comuni colpiti e 279 le vittime”. E ancora: “Nei primi dieci mesi del 2022, seppur con dati parziali, sono stati registrati nella Penisola 254 fenomeni meteorologici che hanno causato danni”.

Non si può stare certo con le mani in mano e alcune buone pratiche fanno sperare per un futuro (forse) migliore. Alcune città, infatti, stanno lavorando a diverse iniziative. Nel dettaglio:

  • Forlì ha attivato il Giardino dei Musei progetto che si pone come obiettivo la riqualificazione e la valorizzazione di un'area, adibita a parcheggio sopraelevato, sostituendola con un’area a verde pubblico;
  • Genova si è dotata dell’Action Plan Genova 2050, un pacchetto di azioni concrete sulla sostenibilità ambientale, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, per migliorare la qualità della vita dei residenti e non solo:
  • Milano ha un suo Piano Aria e Clima, finalizzato a ridurre l’inquinamento atmosferico e a rispondere all’emergenza climatica;
  • Perugia ha implementato il Geographic Information System per acquisire e analizzare i dati integrando la dimensione geografica, in modo da monitorare in tempo reale i fenomeni e pianificare efficacemente la costruzione del futuro, raccontando con precisione cosa succede in città.