Nello Musumeci: cosa ha fatto per le acque siciliane il nuovo Ministro del Mare e del Sud?

Dal governo della Sicilia alla guida di un ministero nazionale. Chi è Nello Musumeci, nuovo Ministro per il Mare e per il Sud? Ma soprattutto, cosa ha fatto per il mare nella Sicilia che ha amministrato?
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Francesco Castagna 25 Ottobre 2022

Cosa pensare se l'Associazione dei costruttori edili di Sicilia, Ance Sicilia, fa i complimenti al neo Ministro per il Mare e per il Sud Nello Musumeci?

In un comunicato il Presidente Santo Cutrone, presidente dell'associazione, dice di essere molto soddisfatto, perché  Ance è stata una tra le prime associazioni a proporre l'istituzione di un ministero per l'Economia del mare. Nello stesso comunicato Cutrone si complimenta anche con il neo Presidente Giorgia Meloni "per aver avuto la sensibilità di affidarne la guida al senatore Nello Musumeci", perché -a sua detta- da anni come presidente della Regione Sicilia si è battuto per ottenere da Roma un'attenzione particolare allo sviluppo delle infrastrutture e della logistica.

A Musumeci i costruttori edili siciliani chiedono una programmazione "che trasformi il Sud e la Sicilia in un Hub produttivo, logistico, commerciale ed energetico". Che non si dica che il Sud non abbia urgente bisogno di un sano piano di sviluppo economico, ma nel 2022 esistono tutte le basi per attuarlo in maniera sostenibile. La Sicilia infatti non è carente di infrastrutture, ma è noto come esse non funzionino.

Erosione costiera

Secondo l'Osservatorio Paesaggi Costieri, la regione amministrata fino a poco tempo fa da Nello Musumeci ha una costa di 1.088 km. Di questi, il 60,9% risulta urbanizzato. Più della metà, ma non è questo il dato preoccupante. Nel cuore della Magna Grecia i paesaggi naturali stanno scomparendo. Solo il 21,1% è rimasto incontaminato, circa 200 km di suolo che possono ancora essere considerati come paesaggi naturali, il dato aumenta se si aggiungono anche i terreni agricoli, anche se la percentuale rimane comunque al di sotto del 50%.

"Una parte consistente di questi interventi è abusiva, solo in parte oggetto di condono edilizio, perché in Sicilia il cemento illegale ha prodotto danni particolarmente rilevanti lungo la costa", si legge nel report dell'Osservatorio Paesaggi, "la Sicilia è tra le regioni italiane che presentano un consumo di suolo con queste caratteristiche tra i più rilevanti".

Il governo di Musumeci su questo aspetto si muove in maniera contraddittoria. Da una parte stanzia importanti fondi per evitare il dissesto idrogeologico e per combattere l'erosione costiera, ricordiamo la frase pronunciata nel 2018 da Musumeci nelle vesti di governatore "non esiste l’abusivismo di necessità, l’abusivismo è un reato", con il quale aveva destinato 7 milioni di euro per la pulizia di 26 fiumi. Nel 2021 poi Giorgio Assenza di DiventeràBellissima, la lista dell'allora governatore che prevedeva la sanatoria degli immobili abusivi costruiti entro i 150 metri dalla costa e che non avevano potuto beneficiare della sanatoria nazionale dell'85.

Il testo non è passato per due voti, ma la giunta ci ha provato nuovamente, approvando il ddl stralciato con un solo articolo (il 20), che prevedeva una "mini-sanatoria" nelle zone ad inedificabilità relativa. Bocciato anche quello in un secondo momento, questa volta in uno scontro Palermo-Roma, dopo che il governo nazionale ha impugnato la norma.

Nel 2022 invece, il governo di Musumeci stanzia fondi per tutelare le coste, tra cui 8,5 milioni di euro per proteggere il litorale messinese. La linea di Musumeci è altalenante, molto in questi anni è dipeso dalla paura di perdere consensi, da una parte o dall'altra.

Qualità delle acque

Ancora non sono chiare tutte le competenze che saranno in carico al Ministero del Mare, di certo una di queste dovrebbe essere sicuramente quella della tutela delle acque e degli habitat marini. Purtroppo però la situazione in Sicilia non è delle migliori. Secondo il team di Goletta Verde "Sono stati ben 26 i punti campionati sulle coste siciliane dai volontari e dalle volontarie dei Circoli di Legambiente tra il 28 giugno e l’8 luglio. Del totale dei punti di prelievo, 16 punti sono risultati entro i limiti di legge, mentre i restanti 10 punti (38%) presentano serie criticità rispetto ad una scarsa ed inefficiente depurazione".

I risultati delle analisi hanno mostrato come le provincie di Palermo (4), Trapani (1), Agrigento (3) e Messina (1) abbiano almeno un punto fortemente inquinato. "Speriamo che con i 61,6 milioni di euro destinati alla Sicilia dai fondi del PNRR specifici sulla depurazione le cose possano velocemente migliorare nel giro di pochi anni rendendo gli impianti di depurazione luoghi produttivi anche al fine di consentire il riutilizzo delle acque di scarico depurate per l’irrigazione o per scopi industriali", ha detto Alice De Marco, portavoce Goletta Verde.

Trivellazioni

Sul fronte delle trivellazioni, Nello Musumeci è stato chiaro: no se ci sono problemi di contesto ambientale. Il punto è che l'attività di trivellazione è già inquinante per sé se si pensa a tutto il circolo produttivo, in più il governatore della Sicilia ha affermato che le risorse naturali laddove è compatibile con il territorio devono essere sfruttate, dando di fatto l'ok alle compagnie petrolifere per poter mantenere il business as usual.

Bandiere blu

Il 2022 non è di certo un anno fortunato per la Sicilia. La regione infatti guadagna una bandiera blu in più, ma retrocede alla nona posizione tra quelle che più s'impegnano per valorizzare gli habitat marini.

È particolare che una regione come la Sicilia si trovi solo al nono posto, essendo una delle due isole del Paese e le regione più a Sud, che vive prevalentemente di turismo marittimo.  Il Mare rientra dopo tanto tempo nella nomenclatura dei ministeri e questo non può rimanere solo un atto di facciata, anche perché il nuovo ministro si troverà a dover accelerare anche i tempi dei decreti attuativi legati alla Salvamare, legge che risale a quasi cinque anni fa.

Per questo motivo l'associazione Marevivo Onlus ha lanciato un appello al nuovo ministro. “Ci auguriamo che il nuovo Ministero del Mare possa ricoprire quel ruolo di collettore e coordinamento di tutte le istanze che compongono la gestione corretta di un bene comune, dalla sua salute al commercio, dal turismo alla protezione, dalla pesca al trasporto. È oggi quanto mai necessario dedicare la giusta attenzione alla salvaguardia di un bene prezioso come l’ecosistema marino” ha detto la Presidente dell'associazione Marevivo Rosalba Giugni.

Foto principale: By DADO2018 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75047244