Noemi ha perso 15 kg grazie alla dieta Meta: come funziona e perché ha messo in guardia contro i “prodotti miracolosi”

Noemi, cantante sette volte protagonista al Festival di Sanremo, ha raccontato di aver perso 15kg nel giro di un anno e mezzo grazie alla dieta Meta. Si tratta di un percorso che non mira alla mera perdita di peso ma prevede di insegnare a prendersi cura della forma fisica in maniera generale e a preoccuparsi del proprio equilibrio mentale puntando, tra le altre cose, sulla consapevolezza di sé e del proprio rapporto con il cibo. Tutto con il supporto costante di figure professionali qualificate ed esperte.
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Kevin Ben Alì Zinati 16 Febbraio 2024
* ultima modifica il 16/02/2024
In collaborazione con il Dott. Simone Gabrielli Biologo nutrizionista

Quindici chili persi. Una delle prime informazioni che ti saranno arrivate in questi giorni riguardo a Noemi e alla sua storia alimentare il sicuramente peso ridotto nel giro di un anno e mezzo.

Il racconto della cantante per sette volte tra i protagonisti al Festival di Sanremo offre però altri spunti di riflessione. Temi e messaggi regolarmente documentati sui propri canali social che, a differenza di quanto successo con le diete e i regimi alimentari di altri personaggi famosi (ricordi cosa ti avevo raccontato sulla dieta dello yogurt?), appaiono decisamente decisamente più saggi e sani.

Ti faccio un esempio. Noemi non ha mai nascosto di non sentirsi a proprio agio con se stessa ma il suo sentimento non era rivolto solamente all’immagine riflessa nello specchio. Il disagio, ammesso pubblicamente, riguardava la parte più intima e profonda, che trovava nel cibo una sorta di rifugio.

Così ha scelto di seguire un percorso come la Medical Education Transform Action, la famosa dieta «Meta», un regime alimentare non mirato esclusivamente alla mera perdita di peso, anzi.

L’idea centrale di questa dieta è quella di insegnare a prendersi cura della forma fisica in maniera generale e a preoccuparsi del proprio equilibrio mentale puntando, tra le altre cose, sulla consapevolezza di sé e del proprio rapporto con il cibo.

La Meta infatti prevede la presa in carico del paziente da parte di un team medico-scientifico composto da dietista e nutrizionista, medico internista e/o endocrinologo, medico dello sport e personal trainer, cardiologo, psicologo e psicoterapeuta a cui, se necessario, possono aggiungersi anche altre figure professionali e, in alcuni casi, pure un’analisi del genoma e del quadro psicologico.

Come ampiamente raccontato sui social, Noemi infatti non ha mai mancato di dare volti e nomi alle figure professionali che l’hanno seguita, supportata, guidata.

“Ben venga far vedere che si è a dieta per salute e soprattutto che si è seguiti da un professionista – ha spiegato il dottor Simone Gabrielli, biologo nutrizionista, rapito da un certo grado di soddisfazione dopo il confronto con tante, troppe storie di Vip e regimi alimentari folli – È importantissimo che figure pubbliche ricordino di rivolgersi sempre a un professionista quando in gioco c’è la salute”. 

Perché, non dimenticarlo, intervenire su ciò che si mangia significa coinvolgere in maniera diretta anche il corretto funzionamento del proprio corpo e, allo stesso tempo, quello della nostra mente. Siamo ciò che mangiamo, diceva qualcuno, no?

L’unico appunto sottolineato dal dottor Gabrielli riguarda più che altro la descrizione precisa e specifica dei vari pasti: “Invece di spiegare cosa si mangia durante la giornata sarebbe meglio far vedere le ricette e non il proprio piano alimentare”.

Questo perché le caratteristiche di una dieta non sono replicabili indistintamente per tutti. Ognuno deve costruire il proprio piano alimentare sulla base delle proprie peculiarità, necessità, obiettivi, limiti e possibilità.

Vari media online, per esempio, hanno riportato la descrizione della colazione, consumabile sia in forma dolce che salata, puntando l’attenzione su diversi alimenti: un uovo, bresaola o prosciutto cotto con una o due fette di pane tostato e una porzione di mandorle e, da bere, una spremuta di frutti di stagione o, meglio, una centrifuga.

“A proposito dei centrifugati, non possiamo sapere perché sono inseriti in questa specifica dieta, i professionisti per prescriverli avranno avuto i loro buoni motivi – ha spiegato il dottor Gabrielli – Di base però non si consigliano, perché liberano gli zuccheri. Per questo è meglio sempre preferire frutta e verdura intere”.

Discorso simile sul pranzo, dove viene raccontato come nella dieta di Noemi venga ammesso un piatto unico come un’insalata mista con semi e frutta, un contorno di uova e formaggio oppure, per restare più leggeri, un toast con una centrifuga, uno yogurt, della frutta secca e dei cracker.

“Qui però non vedo mai citata la pasta, che di base può tranquillamente stare in una dieta. Sicuramente Noemi avrà altre fonti di carboidrati – ha contato il nutrizionista – ma parlando così grossolanamente di questa dieta si rischia di far passare qualche alimento come «eliminabile». Ho preso come esempio la pasta perché va di moda tagliare i carboidrati, ma potrei anche citare l’olio extravergine d’oliva”.

Il messaggio del «togliere qualcosa» non convince fino in fondo, insomma, il dottor Gabrielli, soprattutto se si tratta di una scelta per far spazio al dolce, in questo caso identificato con la cioccolata : “Può essere una cosa concordata tra Noemi e il/la nutrizionista ma che può incitare la cattiva abitudine di sostituire a caso alimenti per far spazio al dolce”.

Al di là delle caratteristiche specifiche di ogni singolo pasto, la storia di Noemi piace al dottor Gabrielli soprattutto per i messaggi positivi che manda.

Su tutti, il fatto che "non esistono prodotti miracolosi" e che quando di mezzo c'è l’alimentazione, la fiducia nella scienza e nei suoi esperti è alla base della tutela della nostra salute.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.