
A livello politico, aziendale e decisionale purtroppo la crisi climatica sta ancora faticando a diventare prioritaria, ma a livello di coscienza comune ormai quasi tutte le persone riconoscono la minaccia e il bisogno di agire immediatamente per combatterla.
Una recente indagine commissionata dall'ambasciata britannica in Italia all'istituto di sondaggi Swg ha certificato una crescita nella consapevolezza ambientale degli italiani, con i giovani, come spesso accade su questi temi, a guidare la richiesta di cambiamento.
Rispetto alla prima edizione del report, redatta lo scorso anno, cresce la preoccupazione per i cambiamenti climatici: il 79% degli intervistati ritiene la crisi climatica una situazione preoccupante, contro il 74% del 2020.
La percentuale sale all'89% per la fascia 18-24 anni. Per il 54% degli italiani, poi, la crisi climatica è un problema di gravità massima (lo scorso anno erano il 49%). L'85% del campione auspica un maggior coinvolgimento del singolo nella tutela della natura e la stessa percentuale teme il riscaldamento globale.
Proprio per questa aumentata consapevolezza, l'80% degli italiani ritiene che chi prende le decisioni non sia abbastanza allarmato per l'emergenza. Il cambio di prospettiva nelle persone ormai è chiaro, perché alla domanda su cosa sia più importante tra un miglioramento delle condizioni ambientali e una crescita dell'occupazione, il 56% si è schierato per il primo.
Tra gli altri dati da segnalare, sono in crescita anche gli italiani che cercano di ridurre la plastica monouso (dal 14 gennaio in Italia è in vigore la Sup), che acquistano auto ibride o elettriche, che comprano meno vestiti e che prestano attenzione al riciclo dei rifiuti e alla classe energetica degli elettrodomestici da acquistare.