Oltre 2400 satelliti lanciati in orbita solo nel 2022: un record che riaccende i riflettori sui rischi dei detriti spaziali

La preoccupazione arriva dall’Agenzia Spaziale Europea: con l’aumentare del numero di satelliti crescono i rischi di potenziali collisioni e quindi di caduta di detriti sulla Terra.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 21 Agosto 2023

Crescono i rischi legati allo spazio. Per l’inquinamento, per le future missioni fuori dal nostro Pianeta e per la caduta di detriti sulla Terra.

È ciò che l’Esa ha visto nel nostro cielo, un ambiente ormai sempre più “umanizzato” con oltre 2.400 nuovi satelliti lanciati solamente nel 2022.

Si tratta di un numero altissimo e purtroppo da record perché mai prima d’ora ne avevamo lanciati così tanti.

Certo, per la maggior parte si tratta di veicoli spaziali per lo studio del cambiamento climatico, per servizi di comunicazione e navigazione globali e – come dice l’Agenzia Spaziale Europea – per importanti ricerche scientifiche ma tutte queste attività spaziali non sono prive di rischi per la Terra.

Con l’aumentare del numero di oggetti in orbita, infatti, crescerà anche l’intasamento delle orbite basse stesse e questo rappresenterà un problema per le future missioni spaziali, siano esse commerciali o di ricerca.

Allo stesso tempo, aumenteranno anche i rischi di potenziai collisioni tra satelliti e di dispersione di frammenti più o meno grandi, che finiranno così per galleggiare nello spazio mettendo a loro volta in pericolo altri satelliti e altre missioni.

Per i satelliti che operano in orbite inferiori ai 600 chilometri, diventeranno necessarie pericolose manovra anti-collisione ma ad altitudini più elevate il rischio di uno scontro è molto alto.

Il 2022 però ha fatto registrare anche un altro record negativo perché mai prima d’ora erano caduti dall’atmosfera costanti detriti spaziali e secondo l’Esa, il numero di questi oggetti continuerà a crescere nei prossimi anni, poiché oltre l’80% dei satelliti lanciati nel 2022 sono stati inseriti in orbite dalle quali decadranno verso la Terra in meno di 2 anni, una volta terminata la loro vita operativa.

Questo è il principale serbatoio di propellente del secondo stadio di un razzo Delta 2 caduto vicino a Georgetown, TX, il 22 gennaio 1997. Pesava circa 250 kg. Photo credit: NASA ODPO

Va detto che la maggior parte degli oggetti che rientra in maniera incontrollata bruciano al contatto con l’atmosfera terrestre e questo aiuta a mantenere le orbite libere: d’altra parte, è altrettanto vero che in questo modo le agenzie spaziali non hanno alcun controllo sulle loro traiettorie e nemmeno sui punti della Terra in cui si disintegreranno e atterreranno eventuali frammenti sopravvissuti.

Come ci avevano già raccontato vari esperti, il numero sempre crescente di detriti spaziali sta rendendo sempre più necessaria l’adozione di misure di mitigazione dei detriti spaziali.

I progetti e le strategie internazionali di prevenzione e tutela dello spazio stanno migliorando ma viste le previsioni di cui ti ho accennato, purtroppo, il tasso di crescita non è ancora sufficiente e il nostro comportamento, anche lontano dalla Terra, sembra sarà insostenibile. E per lungo tempo.