
Un milione, centonovantatremila e seicentocinquantadue (1.193.652): tante sono le persone ad aver aderito con la loro firma alla campagna europea sulla deforestazione #Together4Forests (insieme per le foreste). Lanciata da varie associazioni ambientaliste, tra le quali il Wwf, chiede alla Commissione europea di disaccoppiare i prodotti importati dalla distruzione delle foreste. Cosa significa? Oggi la responsabilità degli acquisti che hanno contribuito alla deforestazione e alla distruzione degli ecosistemi ricade sul consumatore, mentre gli ambientalisti vorrebbero che fosse spostata sulle aziende produttrici. Queste dovrebbero indagare sulle materie prime acquistate, scoprendo se sono stati osservati adeguati standard ambientali e sociali (di sfruttamento del lavoro, per esempio).
A tal fine 160 associazioni, tra cui le italiane Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Isde-Medici per l’Ambiente, Wwf Italia, Greenpeace e Istituto Oikos, hanno raccolto l'adesione oltre un milione di cittadini europei, simboleggiati davanti al palazzo della Commissione da 1.193 lanterne (ognuna rappresenta mille firme), per farsi sentire dalle istituzioni. Si tratta della più grande consultazione pubblica su questioni ambientali della storia dell'Unione europea (la seconda più partecipata in generale), che non può essere ignorata. Sia il vicepresidente esecutivo dell'European Green deal, Frans Timmermans, sia il commissario per l'ambiente, Vrginijus Sinkevicius, si sono detti determinati ad agire.
Il problema della deforestazione è un'emergenza, ed è tutta causata dall'uomo e dai suoi consumi. In Europa la domanda di prodotti che influiscono sulle foreste è alta: dalla carne bovina alla soia per i mangimi animali, fino alle pelli, alla gomma, al caffè e al cacao. Tutto questo sta portando alla veloce distruzione di ecosistemi fondamentali per la vita sulla terra, capaci di garantire ossigeno e preservare la biodiversità. La coalizione Together4Forests vuole la creazione di un regolamento europeo per garantire ai consumatori l'estraneità dei prodotti acquistati dalla trasformazione; questo non vuol dire che non dobbiamo essere oculati nelle scelte, ma che ci è necessaria una struttura per rendere le nostre decisioni più semplici e corrette.