Perché il Made in Italy non è garanzia di sostenibilità

Molti vestiti “Made in Italy” non sono stati interamente prodotti in Italia. Questo ci espone ad acquisti di prodotti che potrebbero provenire da Paesi che non tutelano il diritto dei lavoratori o la sostenibilità ambientale. Come possiamo acquistare in modo consapevole?
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Beatrice Barra 18 Maggio 2023

Cosa guardi quando compri vestiti?

Alcune indagini di mercato dicono che moltissime persone, soprattutto tra i più giovani, sarebbero disposte a spendere oltre il 50% in più per un articolo Made in Italy.

Per diversi motivi: chi per la qualità del filato e della manodopera, chi per aiutare l'economia locale, chi perché vede questa certificazione come una garanzia di sostenibilità ambientale e sociale  (intesa come l'assenza di condizioni lavorative precarie e sfruttamento).

Ma se ti dicessi che non tutti i vestiti Made in Italy sono stati davvero prodotti in Italia? Almeno, non come immaginiamo.

Come si ottiene la certificazione Made in Italy

Probabilmente quando leggiamo "Made in Italy" su un capo d'abbigliamento ci aspettiamo che il vestito sia stato prodotto interamente in una fabbrica tessile locale. E invece, magari, in quella fabbrica tessile ci arriva solo nelle fasi finali del processo di produzione: quando, per esempio, si devono aggiungere bottoni, ricami o cuciture.

La legge che regola la certificazione è la numero 55 dell'8 aprile 2010 e stabilisce che l'impiego dell'indicazione Made in Italy è permesso non solo se il prodotto è stato interamente prodotto nel nostro Paese, ma anche se almeno due delle fasi di lavorazione sono state eseguite in territorio Italiano.

Quali certificazioni puoi guardare?

Dato che, come ormai avrai capito, l'etichetta "Made in Italy" non ci dà garanzie su tutto il processo produttivo di un capo, per essere sicuri di acquistare abiti che non siano stati prodotti sfruttando i lavoratori e inquinando l'ambiente, dobbiamo affidarci ad altre certificazioni, come ISO1400 o Eu Ecolabel (che certificano i requisiti per i sistemi di gestione ambientale), Oeko-Tex (che conferma l'assenza di sostanze nocive e la sostenibilità della produzione dal punto di vista sociale e ambientale), SA8000 o Fairtrade Textile Standard (che verificano stato sociale nelle aziende, come l'adeguamento degli stipendi e lo sfruttamento del lavoro minorile), GOTS (leader mondiale negli standard di lavorazione tessile delle fibre biologiche).

Queste sono solo alcune delle certificazioni che esistono e che possono guidarci per fare shopping in modo sostenibile.

Dove puoi trovare le certificazioni

Non è detto che le certificazioni di cui abbiamo parlato si trovino sempre sulle etichette dei capi, ma possono trovarsi sui cartoncini (quelli contenenti il prezzo, per intenderci) o sul sito internet del marchio.

Anche se magari la verifica richiede qualche minuto, l'ambiente e i lavoratori di tutto il mondo te ne saranno grati.

Abbiamo analizzato tante volte quale sia la realtà che si nasconde dietro i vestiti che compriamo senza pensarci troppo. Il Fast Fashion mette in difficoltà i luoghi e milioni di lavoratori. Anche un piccolo gesto può fare la differenza!