Sicurezza alimentare, in Italia ne abbiamo sentito parlare sempre più spesso quando tra il 2005 e il 2006 è scoppiata nel nostro Paese la crisi aviaria. Ci furono numerosi casi di persone ricoverate a causa dei polli negli esseri umani, che fece crollare in poche settimane il consumo di questi animali. Si pensò quindi di istituire in Italia il Comitato nazionale per la Sicurezza Alimentare, un organo tecnico-politico che fa riferimento al Ministero della Salute. Questo organo ha il compito di vigilare e valutare eventuali rischi nelle catene alimentari del nostro Paese: si va dal controllo della salute dei vegetali, prodotti fitosanitari e loro residui fino alla verifica delle proprietà biologiche.
Dopo la polemica scoppiata anche in Parlamento sulla carne coltivata, si è tornato a parlare negli ultimi mesi di sicurezza alimentare. Tra le critiche, alcuni hanno affermato che la carne coltivata sarebbe piena di antibiotici. Ma come stanno realmente le cose? In realtà quest'ultima affermazione è falsa. I prodotti coltivati in laboratori infatti potrebbero, al contrario, aiutarci contro l'antibiotico-resistenza, ovvero la resistenza da parte dei batteri agli antibiotici che dovrebbero distruggerli o perlomeno bloccarli. Devi sapere che in Italia questo fenomeno è un problema, si calcola che nel nostro paese ogni anno siano circa 10 mila le vittime provocate dall'antibiotico-resistenza su 33 mila complessive in Europa. Siamo quindi il paese europeo con il più alto tasso di mortalità.
Devi sapere inoltre che la carne coltivata non contiene antibiotici. Come ci ha spiegato il nostro biologo-nutrizionista Simone Gabrielli: "gli ambienti di produzione della carne coltivata sono controllati, rendendo questo tipo di carne più sicura dal punto di vista microbiologico. Al contrario gli allevamenti tradizionali necessitano, a volte, dell'utilizzo di antibiotici per curare gli animali". In particolare, Gabrielli sull'antibiotico resistenza ha spiegato che: "La carne viene coltivata in ambienti controllati col vantaggio che non serve usare antibiotici per curare o prevenire possibili infezioni batteriche. Al contrario l'utilizzo massiccio di antibiotici negli allevamenti aumenta la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici".