Perché l’Unione Europea ha proposto di rivedere lo stato di conservazione del lupo

Il lupo è una specie che finora in Europa è tutelata da uno status di conservazione. Ora l’UE ha sollecitato le autorità locali “a fare pieno uso delle deroghe esistenti e raccoglie dati per il riesame dello stato di conservazione”.
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Francesco Castagna 8 Settembre 2023

A inizio settembre la Commissione Europea ha proposto di rivedere lo status di tutela dei lupi all'interno del territorio europeo. Per questo motivo ha sollecitato le autorità locali a utilizzare le deroghe esistenti e a  raccoglie dati per il riesame dello stato di conservazione. Sono diversi i fattori che minacciano la biodiversità dell'Unione Europea, tra questi: l'agricoltura intensiva, l'urbanizzazione, le attività forestali non sostenibili, i cambiamenti negli habitat di acqua dolce, l'inquinamento dell'aria, delle acque e del suolo.

E ancora, i cambiamenti climatici e lo sfruttamento eccessivo degli animali attraverso la pesca illegale e alla caccia e alla pesca insostenibili. Per questo motivo, ogni sei anni "gli Stati membri riferiscono sullo stato di conservazione delle specie e dei tipi di habitat protetti dalle direttive dell'UE e sulle tendenze osservate".

E ora il lupo torna a far discutere i legislatori europei. Questo perché negli ultimi anni l'animale è tornato ad abitare zone in cui non si vedeva da tempo. Le comunità locali e gli ecosistemi si erano disabituati alla sua compresenza e ora i lupi mettono a rischio le attività delle comunità agricole e venatorie locali. Ecco perché l'argomento è arrivati sui tavoli dell'Unione Europea.

"La concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per gli esseri umani. Esorto le autorità locali e nazionali a intervenire laddove necessario. In effetti, l'attuale legislazione dell'UE consente già di farlo", ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Per questo motivo, associazioni, enti e autorità avranno tempo fino al 22 settembre per presentare alla Commissione UE dati aggiornati sulle popolazioni di lupi e sul loro impatto.

Sulla base del materiale raccolto, la Commissione UE valuterà se modificare lo stato di protezione del lupo, introducendo, laddove sarà necessario, ulteriore flessibilità di intervento per le autorità locali.

In quanto specie autoctona, il lupo è parte integrante della biodiversità del territorio europeo. Spesso i tentativi di reintroduzione di una specie non sono mai semplici, è il caso del ghepardo in India ma, per citarne uno più vicino a noi, anche dell'orso in Trentino Alto Adige (Life Ursus).

La protezione e la tutela dell'orso è stata stabilita in base alla  Direttiva Habitat. Secondo la normativa europea, la maggior parte delle popolazioni di lupo in Europa gode di una protezione rigorosa, con possibilità di deroga. Questo regime attua i requisiti della Convenzione internazionale di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, di cui l'UE e gli Stati membri sono parti.

Le preoccupazioni

La proposta dell'Unione Europea ha destato forti preoccupazioni da parte dell’Associazione EuCliPA.IT APS, nata dalla comunità degli Ambasciatori italiani del Patto Europeo per il Clima. Secondo Euclipa, "Il lupo, come altri grandi predatori, è già stato vittima di una vera e propria persecuzione che l’ha portato
sull’orlo dell’estinzione tra il XIX° e il XX°. In seguito, grazie agli sforzi di conservazione promossi anche
dall’Europa, il numero di lupi ha iniziato effettivamente ad aumentare e ora si contano circa 17.000 individui in tutto il continente".