Preoccupazione a Chernobyl e Zaporizhzhya: che cosa sta succedendo nelle due centrali nucleari ucraine?

Da quando le forze armate russe hanno preso il controllo dei due impianti, Chernobyl è scollegata dalla rete elettrica necessaria per i sistemi di raffreddamento per lo stoccaggio del materiale radioattivo mentre la più grande centrale atomica d’Europa non comunica più i dati sul monitoraggio del materiale nucleare. La IAEA si è detta preoccupata, aggiungendo però che la disconnessione di Chernobyl dalla rete non avrebbe un impatto critico sulle funzioni di sicurezza essenziali del sito.
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Kevin Ben Alì Zinati 10 Marzo 2022

Nessun segnale. Silenzio. E buio. La centrale nucleare di Zaporizhzhya non parla, non comunica con il mondo esterno e nemmeno con l'Agenzia internazionale per l’Energia Atomica mentre l'impianto di Chernobyl è anche senza elettricità.

Da quando le forze armate russe hanno preso il controllo dei due impianti, Chernobyl è stata scollegata dalla rete elettrica necessaria per far funzionare i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del materiale radioattivo mentre dalla più grande centrale atomica d’Europa non arrivano più dati sul monitoraggio del materiale nucleare.

Come te, è preoccupa soprattutto il governo ucraino, che ha denunciato la paura per un incidente radiologico: “entro 48 ore potrebbero esserci delle fughe.

L’IAEA, che nella giornata di mercoledì 9 marzo si è detta preoccupata per la situazione, ha comunque cercato di smorzare l’allarme spiegando che, per ora, la sicurezza dei due impianti non sarebbe compromessa.

Cosa succede a Chernobyl?

Secondo il ministro degli affari esteri ucraino Dmytro Kuleba, la situazione attorno alla centrale nucleare di Chernobyl è molto pericolosa.

I russi, come ti abbiamo raccontato, nelle prime fasi dell’invasione sono entrati nella zona di esclusione con armi e mezzi pesanti, occupando militarmente la centrale e assumendone il controllo.

Fin da subito, la presenza di scontri armati a due passi dal sarcofago che ricopre il reattore IV aveva allarmato la comunità internazionale, specialmente dopoché i sistemi di monitoraggio avevano registrato un aumento del livello delle radiazioni nella zona di Chernobyl.

L’ingegnere dell’Isin Paolo Zeppa ci aveva spiegato che probabilmente la movimentazioni di mezzi aveva sollevato terreno ancora contaminato attivando i sensori della zona.

La presenza di armamenti a ridosso della centrale tuttavia non poteva lasciare tranquilli, diceva Zeppa: questo perché le strutture di contenimento e di stoccaggio dei materiali nucleari, sebbene sicure, non sono progettate per resistere ad attacchi di armi pesanti e un danneggiamento avrebbe potuto portare a un potenziale incidente radiologico, comunque non paragonabile a quanto avvenuto nel 1986.

La tensione si è riaccesa a patire dalla mattina di mercoledì 9 marzo, quando la centrale è stata disconnessa dalla rete elettrica perdendo anche la fornitura di energia dall’esterno.

La compagnia nucleare statale Energoatom aveva annunciato, infatti, che una linea elettrica ad alta tensione era stata danneggiata durante gli scontri tra le truppe ucraine e quelle russe e che era stata quindi staccata dalla rete elettrica nazionale.

Secondo il ministro Kuleba, ciò rappresenterebbe un gravissimo pericolo perché i generatori diesel di riserva, entrati un funzione per l’assenza di elettricità, avrebbero tuttavia una capacità di 48 ore per alimentare la centrale.

Una volta esaurita la loro attività, ha scritto il ministro in un tweet, “i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito si fermeranno rendendo imminenti le perdite di radiazioni”. 

Cosa dice la IAEA

La preoccupazione per la situazione alla centrale di Chernobyl è al centro delle parole del Direttore Generale della IAEA Rafael Grossi.

La decisione russa di “staccare la spina” all’impianto, infatti, viola uno dei sette principi della sicurezza nucleare delineati apposta per affrontare la situazione in Ucraina, ovvero la necessità di garantire un approvvigionamento energetico esterno sicuro per tutti i siti nucleari

L’Agenzia, in accordo con l’autorità di regolamentazione ucraina, ha tuttavia cercato di contenere l’allarmismo spiegando che la disconnessione della centrale dalla rete “non avrebbe un impatto critico sulle funzioni di sicurezza essenziali del sito, dove si trovano vari impianti di gestione dei rifiuti radioattivi”.

Il volume dell’acqua di raffreddamento nella piscina dove è stoccato il combustibile esaurito sarebbe infatti sufficiente per mantenere un'efficace rimozione del calore una fornitura di elettricità. “Il sito dispone anche di alimentatori di emergenza di riserva con generatori diesel e batterie”.

Da quel drammatico 26 aprile 1986, il combustibile si sarebbe insomma raffreddato abbastanza da non costituire un problema di sicurezza, quantomeno nell’immediato.

C’è un però. Secondo la IAEA, è probabile che la mancanza di alimentazione porti a un ulteriore deterioramento della sicurezza operativa delle radiazioni nel sito e crei ulteriore stress per circa 210 esperti tecnici e guardie che non hanno potuto ruotare nelle ultime due settimane.

“Di giorno in giorno assistiamo a un peggioramento della situazione presso la centrale nucleare di Chernobyl, in particolare per la sicurezza dalle radiazioni e per il personale che gestisce la struttura in circostanze estremamente difficili e impegnative ha aggiunto il direttore Grossi, riandando il proprio appello urgente alle forze russe che controllano l’impianto affinché rispettino le procedure interne di radioprotezione.

Problemi anche a Zaporizhzhya

Come a Chernobyl, nelle ultime ore la Iaea ha smesso di ricevere i dati dai sistemi di sicurezza installati per monitorare il materiale nucleare anche dall’impianto Zaporizhzhya, la più grande centrale dell’Europa anch’essa sotto controllo russo.

“La trasmissione remota di dati dalle apparecchiature di sicurezza dell’Iaea ubicate nei siti nucleari di tutto il mondo è una componente importante della nostra implementazione della sicurezza”, ha spiegato il direttore dell’Agenzia Grossi. Questi dati consentono di tenere sotto controllo il materiale nucleare e le attività in questi siti quando gli ispettori della Iaea non sono presenti.

La situazione nell’impianto di Zaporizhzhya, secondo la IAEA, sarebbe meno urgente per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. La centrale infatti è dotata di quattro linee elettriche fuori sede ad alta tensione più un’altra in stand-by.

Due di queste sarebbero state danneggiate e messe fuori uso lasciandone solo due attive più quella stand-by. “Il fabbisogno di energia fuori sede della centrale nucleare potrebbe essere fornito con una linea elettrica disponibile. Inoltre – si legge nel comunicato dell’Agenzia – i generatori diesel sono pronti e funzionali per fornire energia di riserva”. 

È chiaro però che la presenza militare russa nei siti nucleari ucraini sta creando più di un problema. Anche perché la compromissione dell’alimentazione elettrica fuori sede dalla rete per tutti i siti nucleari è un altro pilastro della sicurezza nucleare violato.

La risposta russa

“Attualmente, il controllo sulla situazione alla centrale nucleare di Chernobyl è esercitato congiuntamente da militari russi, specialisti ucraini, personale civile dell'impianto e dalla Guardia nazionale di quel paese”. Sono le parole che la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha annunciato in merito alle tensioni e alle paure che aleggiano sopra i due impianti nucleari.

Secondo Zakharova, che ha bollato come “non vere” le allerte ucraine per un aumento di "20 volte delle radiazioni a Chernobyl", anche la centrale nucleare di Zaporozhye funziona regolarmente e la situazione a Energograd è calma".

La portavoce ha anche aggiunto che quanto fatto dalla Russia in questa pericolosa situazione, cioè la presa sotto il proprio controllo degli impianti, sono azioni “motivate dalla necessità di impedire una provocazione nucleare da parte dei nazionalisti ucraini, che sembrano non avere nulla da perdere”.