Profumo di mare… e di microplastiche: ecco che cosa si nasconde nella brezza marina

Un gruppo di ricercatori scozzesi e francesi ha condotto uno studio in un tratto della costa atlantica della Francia sud-occidentale ed è arrivato a stimare che ogni anno circa 136 mila tonnellate di microplastiche vengono rilasciate nell’atmosfera dagli spruzzi del mare e trasportate dal vento anche a chilometri di distanza.
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Federico Turrisi 17 Maggio 2020

Che cosa c'è di meglio di una bella boccata d'aria in riva al mare? Hai sempre collegato la brezza marina a qualcosa di salutare. Giustamente, visto che diverse ricerche scientifiche confermano che abbia degli effetti benefici per il nostro organismo. Un nuovo studio realizzato dai ricercatori dell'università di Strathclyde (che ha sede a Glasgow, in Scozia), in collaborazione con l'Observatoire Midi-Pyrénées dell'università di Tolosa (in Francia), mette però in evidenza un altro aspetto, decisamente sottovalutato: l'aria di mare può anche essere veicolo di nanoparticelle di microplastica.

L'attenzione per il tema dell'inquinamento marino da plastica è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. L'ipotesi che hanno voluto verificare gli scienziati è che la plastica in mare non rimane tutta in acqua o sui fondali ma si dissolve anche nell'atmosfera e viene trasportata dal vento. E così hanno analizzato per una settimana la quantità di microplastiche rilasciate dagli spruzzi del mare sulla spiaggia di Mimizan, in Aquitania, lungo la costa atlantica sud-occidentale della Francia. Per farlo, si sono serviti di un "cloud catcher", ossia di uno strumento dotato di particolari filtri in grado di catturare le goccioline d'acqua, campionando varie direzioni e velocità del vento.

I risultati sono a dir poco sorprendenti. Nella nebbia marina generata dalla schiuma delle onde, e quindi in un evento di mare mosso, gli esperti hanno trovato la concentrazione più elevata di microplastiche: 19 nanoparticelle per metro cubo di aria, con dimensioni comprese tra i 5 e i 140 micrometri. Secondo gli autori dello studio, gli spruzzi del mare potrebbero liberare nell'aria circa 136 mila tonnellate di microplastica all'anno.

L'origine del fenomeno per cui le microplastiche si trasferiscono dal mare all'atmosfera sarebbe legata ai processi di esplosione delle bolle e al continuo infrangersi delle onde. Il vento poi è in grado di trasportare le particelle anche per lunghe distanze. Per questa ragione lo stesso gruppo di studiosi in passato ha riscontrato la presenza di inquinamento da microplastiche perfino in una regione montuosa dei Pirenei.

Gli effetti sulla salute umana provocati dall'esposizione prolungata all'aria contaminata da microplastiche ancora non li conosciamo bene. Quello che sappiamo di certo è che l'impronta dell'uomo è sempre più evidente e che dietro l'alterazione dell'ambiente marino si nascondono pericolose conseguenze.

Fonte | "Examination of the ocean as a source for atmospheric microplastics", pubblicato su Plos One il 12 maggio 2020.