
Nuove inchieste stanno rivelando al mondo intero cosa si nasconde dietro ai colossi della vendita di carne. Ti abbiamo parlato del documentario-inchiesta "Food for profit" che rivela il lato oscuro degli allevamenti intensivi, fatto di lobby politiche e atrocità contro gli animali. Ti abbiamo spiegato delle scoperte della BBC che, in collaborazione con Open Cages, ha recentemente documentato tutte le malattie della pelle a cui sono soggetti i polli venduti da Lidl, tra cui gli hock burns, le bruciature sulle zampe dei polli causate dal dover vivere tra i propri escrementi.
Pian piano la verità viene a galla e la coltre di marketing è spazzata via dalle immagini nude e crude girate all'interno degli allevamenti. L'ultima indagine è quella di Essere Animali che si è addentrata all'interno di quattro allevamenti di polli di un fornitore di KFC Italia nella provincia di Verona. Nonostante le immagini che puoi vedere nel video parlino da sole, iniziamo con l'analisi di alcuni elementi fondamentali.
Partiamo dalla location: capannoni industriali che a pieno ritmo producono circa 300 mila polli ogni 60 giorni. Appena i pulcini arrivano, all'interno di grandi cesti e all'età di uno o due giorni di vita, vengono scaraventati a terra. Appena crescono mostrano evidenti problematiche derivate dalla selezione genetica che permette di far ingrossare loro petto e cosce il più velocemente possibile. Alcuni sono incapaci di sollevarsi a causa del peso eccessivo, altri hanno evidenti deformazioni, altri lesioni o mutilazioni.
Per le dimensioni spropositate, alcuni animali rimangono incastrati nelle mangiatoie, altri muoiono al loro interno. Le carcasse di polli morti sono centinaia ogni giorno, spesso ammassate all'esterno in bidoni improvvisati senza il rispetto delle adeguate misure di sicurezza previste dalla normativa.
Tra infezioni e bruciature alle zampe, molti dei polli non hanno più piume in alcune parti del corpo. Il continuo contatto con le loro deiezioni provoca forti irritazioni alla pelle. Nel frattempo alcuni operatori, per spostare gli animali, li prendono a calci, li lanciano come fossero oggetti. Il nastro trasportatore che li porta alla loro macellazione li scaraventa gli uni sugli altri. Come fossero oggetti. D'altra parte, i ritmi della produzione non possono rallentare.
Essere Animali non solo si schiera fermamente contro questi metodi brutali di allevamento ma denuncia anche il fatto che KFC Italia sia tra le aziende a non avere ancora sottoscritto lo European Chicken Commitment (ECC), quei criteri minimi che puntano a ridurre la sofferenza dei polli attraverso l’adozione di specifiche politiche aziendali. Finché non si arriverà a un punto in cui la domanda non sarà così bassa da non giustificare la presenza stessa di allevamenti intensivi, ciò che si rende quanto più necessario è il rispetto di quel briciolo di dignità che rimane a questi animali. Nella loro brevissima vita.
Fonte | Essere Animali