Sembra un ombrello. Oppure un polipo rovesciato. Più precisamente, le meduse sono degli organismi gelatinosi che posso assumere anche tonalità di colore particolarmente accese. Insomma, sono degli animali spesso molto belli, ma la cui puntura è fastidiosa e può fare male. Come ben saprai se un'esperienza del genere ti ha rovinato un pomeriggio al mare. E in quel caso, ti ricordi cos'hai fatto? Hai risciacquato la zona irritata? O sei ricorso a qualche vecchio metodo della nonna?
Le vacanze ormai si avvicinano e di meduse è pieno il Mediterraneo. Perciò è meglio arrivarci preparato e sapere prima cosa fare in caso ti capiti questo piccolo incidente. Il più delle volte, si tratta di una disavventura innocua, ma dovrai comunque prestare attenzione a eventuali reazioni allergiche e quindi intervenire subito. Inoltre, tieni presente che i tentacoli posti al di sotto della cupola possono raggiungere anche diversi metri di lunghezza. Se anche l'animale è lontano, dunque, il pericolo esiste lo stesso.
Prima di tutto devi sapere una cosa: non si parla di puntura, ma di sfregamento. Le meduse infatti non hanno pungiglione, ma tentacoli urticanti che irritano la pelle quando entrano in contatto con questa. Contengono infatti dei cnidocisti, ovvero piccoli organi che possono sprigionare del veleno e provocarti fastidio e bruciore. In questa sostanza sono infatti presenti tre proteine, ciascuna con una propria azione: una paralizzante, una con un'azione infiammatoria e una con effetto neurotossico.
Come potrai immaginare, si tratta in realtà di una forma di difesa dell'animale contro eventuali predatori, o di un modo per catturare una preda. E l'uomo non è fra queste. Le meduse infatti non attaccano direttamente, semplicemente vengono trascinate dalla corrente e a volte possono finire per sbattere proprio contro di te.
Le conseguenze di una puntura di medusa di norma non sono gravi, a meno che tu non abbia un'allergia alle tossine contenute nel veleno. Il primo sintomo che avvertirai sarà quello di un forte bruciore e prurito. Dopo pochi secondi la zona colpita della tua pelle arrossirà e comparirà un leggero gonfiore. O meglio, una serie di piccoli pomfi, molto simili all'orticaria. Il dolore dura al massimo una ventina di minuti, ma l'irritazione potrebbe continuare a pruderti e a darti fastidio anche dopo.
Sintomi più gravi compaiono invece nel caso in cui più del 50% del tuo corpo entri in contatto con tentacoli di medusa. Un'eventualità davvero molto rara. Se invece il tuo corpo non tollera il veleno, potresti sviluppare una reazione allergica. Te ne accorgerai perché inizierai ad avvertire una sensazione di disorientamento e vertigini, accompagnati da pallore, difficoltà respiratorie e forte sudorazione. In quel caso, dovresti recarti subito al pronto soccorso.
Una volta passato il bruciore, il prurito potrebbe durare ancora e dopo una settimana potresti avvertire ogni tanto qualche fastidio. Di norma comunque ogni segno scompare nel giro di una quindicina di giorni. In questo periodo, però, cerca di non esporre al sole la zona colpita, in quanto al contatto con la luce solare potrebbe scurirsi rapidamente e lasciarti una macchia sulla pelle. Mantienila dunque coperta, magari con un lembo del tuo telo da mare, oppure accertati di utilizzare una crema solare con protezione 50. Non assumere invece alcun tipo di antistaminico, né in crema né in compressa, perché favorirebbe la comparsa di un inestetisma.
La prima cosa da fare, quando ti accorgi che una medusa ti ha punto, è rimanere calmo. Più che un problema vero e proprio, si tratta di una scocciatura perciò non spaventarti e segui qualche accorgimento, in modo da ridurre il fastidio che ti provocherà.
Se invece avverti sensazioni strane, come appunto le vertigini, i brividi o una sudorazione intensa, chiama il 118 o fatti accompagnare al pronto soccorso.
Oltre a una serie di accorgimenti che dovresti prendere, ci sono anche alcune credenze che vengono tramandante di generazione in generazione, ma sono per buona parte false. Ecco allora cosa non fare in caso di puntura di medusa:
Se vuoi curare la puntura di medusa, il modo migliore è ricorrere al gel astringente al cloruro di alluminio, che peraltro è utile anche contro i morsi di zanzara. Questo gel infatti ha un'azione antiprurito che ti darà un sollievo immediato, oltre a bloccare la diffusione delle tossine. Dopodiché avvolgilo con una garza e poi attendi che il fastidio passi.
Se a portata di mano hai solo del cortisone, puoi provare a spalmare quello. Ricorda però che questa sostanza ha un effetto piuttosto ritardato e i sintomi potrebbero scomparire anche prima che questa faccia veramente effetto.
Non c'è molta differenza tra bambini e adulti quando si parla di puntura di medusa. Si tratta però di soggetti più deboli, perciò dovrai prestare maggiore attenzione ai sintomi e alla comparsa di reazioni allergiche. Inoltre, tuo figlio rimane di s0lito in acqua per più tempo di te, magari a giocare o semplicemente perché non è interessato a prendere il sole. Avrà quindi un rischio maggiore di incappare in un piccolo incidente di questo tipo.
Non dovrai comunque fare nulla di diverso rispetto a quanto indicato prima. Cerca di tranquillizzarlo e aiutalo ad uscire dall'acqua. Se vi trovate lontano dalla riva, sollevalo e riportalo sulla spiaggia. Chiedi aiuto a un bagnino se non riesci da solo. Infine segui tutti i passaggi che ti ho elencato prima e magari completa con un bel gelato, per fargli dimenticare la brutta avventura.
Ci sono alcuni rimedi naturali che potrebbero aiutarti a calmare il fastidio e favorire una più rapida guarigione. Tra questi, c'è sicuramente l'aloe vera. Le sue proprietà cicatrizzanti, antinfiammatorie e rigeneranti sono di norma utilizzate per contrastare le conseguenze di un'ustione. E la puntura di medusa è a tutti gli effetti assimilabile a un'ustione chimica di primo grado.
La calendula presenta caratteristiche molto simili, ma può rivelarsi più efficace sulla lunga distanza. Avendo una consistenza più densa, penetra più lentamente nella pelle e il suo rilascio è di conseguenza più lento.
Fonti| Ospedale pediatrico Bambino Gesù; Focus