Se davanti agli scaffali del supermercato ti sei mai chiesto quale fosse la differenza tra i diversi tipi di sali, non sei l'unico. In commercio, il sale marino viene denominato in modo diverso a seconda del metodo di lavorazione e delle caratteristiche che ne determinano le proprietà organolettiche.
Sale marino integrale, sale marino iodato e Fior di sale sono, probabilmente, i nomi che ti hanno più incuriosito e di cui ti sei chiesto il significato. Queste tre tipologie di sale hanno diverse sfumature di colore e di sapore e sono adatte all'utilizzo in cucina, ma con quali differenze?
Partiamo dal sale marino integrale. Si tratta di un prodotto estratto dal mare attraverso l'evaporazione dell'acqua. È grigiastro, quindi molto diverso da quello bianco che si trova comunemente sulle nostre tavole. Quest'ultimo è raffinato e, per questo, sottoposto a processi di pulitura che tolgono i minerali aggiuntivi, tra cui lo iodio.
Il Fior di sale è, invece, il primo sale a nascere in salina. Si tratta di un sale raccolto in quantità ridotte e per un periodo dell’anno più breve e in cucina rappresenta un ingrediente utilissimo. al gusto più delicato e senza il retrogusto amaro del sale marino tradizionale. Per queste sue proprietà è molto apprezzato nella cucina gourmet.
Il sale iodato è, invece, il comune sale a cui sono stati aggiunti sali di iodio. Ma perché dovrebbe servirci? "Lo iodio – spiega il dott. Simone Gabrielli, biologo nutrizionista – ha un ruolo importante nel regolare la produzione di energia dell’organismo, favorisce lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale e l’accrescimento corporeo ed è essenziale per il corretto funzionamento della tiroide".
"In Italia arricchiscono il sale di iodio perché nei nostri cibi c'è una carenza di questo elemento. Tra le tipologie di sale in commercio, è l'unica con un valore nutrizionale. Sale integrale, marino, di himalaya o qualunque altro tipo di sale (dove non è indicato che è iodato) è solamente cloruro di sodio, senza alcuna proprietà – conclude il nutrizionista.