
Siamo a luglio, e ovviamente la voglia di mare sale alle stelle. Arrivi in spiaggia, stendi il tuo telo sulla sabbia e… trovi una spiacevole sorpresa. Anzi più di una. Da una parte c'è un mozzicone di sigaretta, dall'altra una cartaccia abbandonata, e più in là ancora una bottiglietta di plastica. Ecco, è molto probabile che quest'estate assisterai alla scena che ti abbiamo descritto. Questo perché l'inquinamento marino provocato dalla dispersione dei rifiuti (marine litter in inglese) sta diventando un problema globale sempre più grave.
Secondo un recente studio apparso sulla rivista Nature Sustainability, l'80% dei rifiuti marini è rappresentato dalla plastica, un materiale che resiste nell'ambiente anche per secoli, facendo i danni che tutti noi conosciamo bene (pensa solo alla grande questione delle microplastiche o all'ingestione da parte di cetacei e tartarughe). In questa ricerca si mette in evidenza come sacchetti, bottiglie, contenitori per alimenti e involucri monouso risultino essere i 4 prodotti più inquinanti, mentre i residui legati al consumo di tabacco (quindi mozziconi, pacchetti di sigarette, involucri di plastica, accendini) abbondino soprattutto sulle spiagge.
Lo studio però si basa su dati antecedenti allo scoppio della pandemia di Covid-19, e non prende in considerazione un oggetto come le mascherine, che purtroppo capita spesso di vedere abbandonate in giro. In Italia ci sono diverse associazioni ambientaliste che, grazie all'impegno dei volontari, periodicamente compiono operazioni di pulizia nelle spiagge. Vediamo quello che trovano più di frequente.
Lo scorso anno Marevivo, in occasione del World Clean Up Day (18- 19 settembre), ha pubblicato una classifica dei rifiuti più comuni sulle spiagge italiane. Ai primi cinque posti ci sono (partendo dal più diffuso):
A questo vanno aggiunti rifiuti ingombranti, vetro ma anche alluminio, mascherine usa e getta e una quantità preoccupante e invasiva di piccoli frammenti di plastica dei quali non è stato possibile capire la provenienza.
Lo scorso maggio Legambiente ha pubblicato il risultato dell'indagine "Beach Litter", e anche in questo caso è emerso un quadro piuttosto desolante: le spiagge sono terra di conquista soprattutto degli oggetti in plastica monouso. Tra i rifiuti raccolti dai volontari si trovano infatti in grande quantità imballaggi e contenitori legati al consumo di cibo e bevande realizzati con materiale plastico (dai coperchi alle bottiglie). Immancabili sono i mozziconi di sigaretta, mentre nel 68% delle spiagge monitorate sono state trovate mascherine abbandonate. Un dato, quest'ultimo, che purtroppo sembra destinato a crescere.