Le patate sono un ortaggio molto comune ed estremamente versatile. A causa della loro concentrazione di zuccheri, però, sono considerate un carboidrato, esattamente come la pasta. Quante se ne possono mangiare alla settimana per una dieta corretta e quando vanno evitate?
Mangiare una patata di medie dimensioni al giorno non è un problema, anzi essere un'abitudine da inserire in una dieta sana e non aumenta il rischio cardiometabolico – ovvero la possibilità di avere diabete, malattie cardiache o ictus – purché la patata sia cotta al vapore o al forno e preparata senza aggiungerne troppa sale o grassi saturi. Il consumo di patate non fritte può essere un ottimo modo per assumere più potassio e fibre rispetto al consumo di cereali raffinati, come riso bianco, pane bianco o pasta.
Ricorda, però, che sono più caloriche delle verdure (100 gr di patate apportano circa 80 calorie) e che questi tuberi sono considerati parte della categoria cereali e derivati, ne consegue che vanno intesi come un sostituto della pasta o del riso e non di un contorno a base di insalata, spinaci o carote (solo per fare degli esempi).
Devi evitare le patate se stai cercando di perdere peso. Intendiamoci, non sono vietate, però si consiglia un consumo più moderato. Fanno ingrassare, soprattutto se fritte o servite con condimenti calorici o grassi. Contengono, inoltre, molto amido, un polisaccaride costituito da diverse molecole di glucosio che, legate fra loro, danno vita ad amilosio (generalmente presente per un 20% circa) e amilopectina (per il restante 80%). Il consiglio dunque è quello di ridurne il consumo.
Inoltre, dovrebbero fare molta attenzione le persone con diabete: molti tipi di patate hanno un indice glicemico molto alto. Ricordati, però, che per abbassare l’indice, devi lasciarle raffreddare e abbinarle a una porzione di proteine per rendere un piatto equilibrato nei nutrienti. Infine, si devono proprio evitare se stai assumendo diuretici.
Le patate si possono consumare in tutta tranquillità un paio di volte alla settimana, cucinate in modo semplice, non in aggiunta, bensì in sostituzione di altri carboidrati, in modo da contenerne la quantità complessivamente assunta cioè il carico glucidico giornaliero.
Fonte | Humanitas