
La frutta secca può essere un delizioso spuntino spezza fame, perché ricco di antiossidanti, acidi grassi Omega 3 e acido folico, ma va consumata con moderazione perché estremamente calorica: 100 grammi possono nascondere circa 600 calorie, l’equivalente di un pasto completo. E quindi quante volte a settimana si possono mangiare noci, pistacchi, ma anche noci pecan, pinoli o mandorle?
Le Linee Guida per una Sana e corretta alimentazione prevede un consumo moderato, caratterizzato da piccole porzioni di 20-30 grammi, il corrispettivo di una manciata, 2 o 3 volte la settimana. Vanno poi consumati lontani dai pasti, magari a metà mattina o a metà pomeriggio, come merenda. É un ottimo energetico anche 30 minuti prima di un allenamento, che può essere facilmente bruciato nella sessione sportiva.
Un’altra cosa a cui fare attenzione è la frutta secca scelta: 6-7 noci, per esempio, corrispondono a 20-25 mandorle o 20-25 nocciole. Bisogna essere precisi, perché una tira l’altra e ci si ritrova a consumarne grandi quantità. Si consiglia quindi di crearsi delle monoporzioni (o di comprarla già dosata) così da mangiare il giusto.
Sempre per evitare di fare il pieno di calorie o di nutrienti che non sono fondamentali è bene mangiarla al naturale. Evita la frutta secca piena di sale, che spesso viene offerta agli aperitivi, come i pistacchi, o piena di zucchero e caramellata. Sono varianti molto golose, ma non fanno bene alla salute. Valuta anche la presenza di additivi, solfiti o conservanti di superficie.
Queste sono le dosi indicative in pezzi per consumare una porzione di frutta secca da circa 30 grammi:
Se invece preferisci la frutta disidratata puoi seguire le seguenti dosi:
La frutta secca non è un alimento adatto a tutti. É sconsigliata a chi soffre di colite, rettocolite ulcerosa, gastrite, ulcera e morbo di Crohn, perché contiene molte fibre e potrebbe essere altamente irritante. Deve essere evitata anche dai diabetici, perché i frutti polposi, che sono disidratati (come albicocche o fichi secchi, per fare degli esempi) sono ricchi di zuccheri.
Fonte | Ministero della Salute