Il pesce è uno degli alimenti più delicati: se conservato in modo inadeguato, può rapidamente deteriorarsi e causare intossicazioni. Ecco alcune linee guida per preservarne la freschezza e garantirne la sicurezza.
La carne del pesce contiene enzimi e batteri naturali che, fin dalla pesca, avviano un processo di decomposizione. Per rallentare questo deterioramento, il produttore deve effettuare pulizia e eviscerazione il più presto possibile dopo la cattura.
Una volta acquistato, il pesce fresco dovrebbe essere consumato entro 24-48 ore, conservandolo in frigorifero a una temperatura tra i 0 e i 4°C. Per mantenerlo fresco più a lungo, riponilo in un contenitore ermetico o avvolgilo nella pellicola alimentare. Oltre le 48 ore, il rischio di deterioramento aumenta.
Se prevedi di non consumarlo subito, puoi optare per la conservazione in freezer. Questa modalità consente di bloccare temporaneamente il processo di decomposizione. Inseriscilo in un sacchetto per alimenti ben sigillato, evitando l’accumulo di umidità.
Pesci grassi (come tonno e salmone): si conservano in freezer per circa 3 mesi. Pesci magri (come merluzzo e sogliola): possono durare fino a 6 mesi.
Importante: se il pesce era già stato congelato in precedenza e poi scongelato, non deve essere ricongelato.
Per verificare la freschezza del pesce conservato, l’olfatto e il gusto sono alleati preziosi. Annusa bene: un odore troppo forte o pungente potrebbe indicare deterioramento. Anche il gusto è un indicatore; se senti un sapore strano, pungente o eccessivo, evita di continuare a consumarlo.
(Articolo di Sara Polotti del 11 Ott 2021, aggiornato da Redazione il 3 Nov 2024)