Quasi un terzo delle città italiane vive nello smog: Legambiente lancia l’allarme, ancora una volta

Legambiente ha pubblicato il nuovo report “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi”: Torino e Milano si confermano ancora una volta le più inquinate dal PM10, ma sono 29 i capoluoghi di provincia che hanno superato nel 2022 i livello di polveri sottili consentiti.
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Martina Alfieri 31 Gennaio 2023

Non stiamo facendo abbastanza per ridurre i livelli di inquinamento nelle città in cui viviamo. È quanto emerge dal nuovo report pubblicato da Legambiente, intitolato “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi”. Nel 2022, su 95 capoluoghi di provincia monitorati, ben 29 hanno registrato oltre il doppio degli sforamenti consentiti nei livelli di particolato PM10.

In cima alla classifica delle città con l’aria peggiore d’Italia si trovano nomi purtroppo già noti da tempo: Torino si conferma in testa con 98 giorni di sforamento, seguita da Milano con 84, Asti con 79, Modena con 75, Padova e Venezia con 70. Oggi il numero di sforamenti di PM10 consentito dalla normativa è di 35 giorni in un anno.

Almeno per quanto riguarda i livelli medi annuali, nessuna tra le città elencate ha superato i limiti consentiti, ma questo non basta per tutelarci: come spiega Legambiente, stando alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e ai limiti previsti dalla nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2030, rispetto al PM10 sarebbero in regola solo 23 città su 95 (il 24% del totale), mentre 72 sarebbero fuorilegge.

L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52mila decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente”.

Rinunciare alle fonti fossili, ridurre il traffico urbano e scegliere la mobilità dolce sono azioni necessarie per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo: “In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata”, conclude Ciafani.

Proprio Milano, al momento tra le peggiori della classe secondo Legambiente, ha dichiarato nelle scorse settimane di voler diventare "città 30” a partire dal 2024, estendendo a tutto il comune il limite di velocità.