Salvamare, parte il primo programma sperimentale per il recupero delle plastiche nei fiumi

Ad annunciarlo è il Ministero dell’Ambiente, che ha adottato un provvedimento della legge per finanziare le attività di recupero dei rifiuti nei corsi d’acqua.
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Francesco Castagna 15 Dicembre 2023

Prende vita una parte della legge Salvamare, dopo tre anni in cui le associazioni ambientaliste avevano lanciato diversi appelli alle istituzioni per l'emissione dei decreti attuativi. Ora sarà possibile recuperare i rifiuti che si trovano nei fiumi e che vengono abbandonati dall'uomo. Lo ha fatto sapere il viceministro all'Ambiente Vannia Gava: "Si tratta di misure con cui il Ministero dell’Ambiente contribuisce fattivamente a favorire una economia circolare dei rifiuti, compresi quelli che interessano i fiumi e i mari italiani, sempre più vulnerabili ed esposti al pericolo dell’inquinamento antropico".

La misura prevede alcuni interventi sui corsi d'acqua, come la cattura, rimozione e gestione dei rifiuti galleggianti, oltre alla possibilità di realizzare campagne con le associazioni di volontariato, iniziative di comunicazione e sensibilizzazione sul tema.

Sulla legge Salvamare si sono battute molto sia Marevivo Onlus che Legambiente che lo scorso 8 giugno, in occasione della giornata mondiale degli Oceani, si erano unite a Ohga per richiedere al governo i decreti attuativi per rendere operativa la legge. Inizialmente il fondo per finanziare queste politiche sarà di 2 milioni di euro "per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, ripartita in egual misura tra le sette AdB".

I dati

Il numero degli oggetti presenti nei corsi d'acqua italiani è ancora molto alto, questo perché finora non esisteva una regolamentazione per gestire l'inquinamento dei rifiuti in situazioni del genere. Stando ai dati ISPRA, su 12 fiumi italiani, il 35% circa degli oggetti dispersi nei fiumi sono di plastica monouso. Tra i materiali più ritrovati: l'85% sono in plastica, circa il 5% di carta e il 3% sono in metallo.

Il tema del marine litter deve essere affrontato seguendo gli studi della comunità scientifica, che ci ha già avvertito di come, entro il 2040, senza azioni concrete, la quantità di plastica nelle acque di tutto il mondo potrebbe triplicare. Se invece mantenessimo lo status quo, entro il 2040 la riduzione dell’inquinamento da plastica sarà solo del 7%, questo è quanto emerge dallo studio condotto dall’Ong americana The Pew Charitable Trust.

Fonte| MASE; ISPRA; PEWTRUSTS