
C’è un modo per combattere lo sbiancamento dei coralli e aumentare la loro sopravvivenza. Anche se ha un po’ il sapore di rimedio, perché la prima reale soluzione sarebbe ridurre in modo concreto e deciso il cambiamento climatico che porta all’innalzamento della temperatura degli oceani e quindi all’incremento del fenomeno, un team di ricercatori dell’Australian Institute of Marine Science in collaborazione con l’Università di Melbourne ha trovato la tecnica per rendere le barriere coralline più resistenti al calore e quindi allo sbiancamento. In pratica hanno manipolato in laboratorio le microalghe che compongono il corallo e ne hanno rafforzato la capacità di tollerare le alte temperature e queste nel giro di poco tempo sono state in grado di adattarsi alle nuove, difficili, condizioni ambientali. La ricerca australiana è stata pubblicata su Science.
Con le prime parole dello studio, i ricercatori australiani fanno un quadro della situazione delle popolazioni di coralli a livello globale. Come già ti avevamo raccontato recentemente, anche qui si legge che negli ultimi due o tre decenni a causa delle ondate di calore marino legate ai cambiamenti climatici il deterioramento dei coralli si è notevolmente esteso. Gli scienziati citano dei dati: la Grande barriera corallina è diminuita di circa la metà a causa delle ondate di caldo estivo tra il 2016 e il 2017. E nonostante la capacità di adattarsi, il ritmo con cui i coralli stanno sparendo dimostra che la velocità del climate change è ancora troppo alta.
Per provare a tutelare la sopravvivenza delle barriere coralline, il team di ricercatori ha isolato 10 ceppi delle loro microalghe, tra i principali costituenti e tra i fattori chiave nella tolleranza al calore del corallo, e li hanno fatti crescere a "caldo". Nel senso che per 4 anni li hanno esposti a elevate temperature, praticamente le stesse che troverebbero negli oceani durante le grandi ondate di caldo marino. Alla fine della sperimentazione hanno osservato che tutti e 10 avevano aumentato la tolleranza termica in vitro. Così hanno reintrodotto le microalghe all’interno dei coralli e qui hanno scoperto che l’esperimento aveva funzionato: era migliorata anche la tolleranza al caldo del corallo stesso. In questo modo il team ha potuto conoscere non solo quanto queste microalghe siano in comunicazione con il corallo stesso ma anche alcuni dei meccanismi che regolano la tolleranza allo sbiancamento. Oggi, perciò, l’uso di ceppi di microalghe cresciute a caldo può rappresentare uno strumento valido per il ripristino delle barriere coralline. In attesa di fermare il cambiamento climatico.