Scioglimento dei ghiacciai: la calotta glaciale della Groenlandia si avvicina al punto di non ritorno

Ci avviciniamo a due punti critici superati i quali la perdita di superficie di ghiaccio diventerebbe permanente. Occorre abbattere con urgenza le emissioni di CO2 per preservare la calotta glaciale della Groenlandia: il suo scioglimento totale potrebbe fare salire il livello del mare di 7 metri.
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Martina Alfieri 6 Aprile 2023

Cosa succederebbe se si sciogliesse totalmente la calotta glaciale della Groenlandia? Il livello del mare aumenterebbe addirittura di 7 metri, ridisegnando in maniera drastica le coste dei Paesi affacciati sull'acqua. Se è vero che questo scenario appare ancora lontano, secondo gli autori di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ci stiamo avvicinando a dei “tipping points”, dei punti critici di non ritorno: le emissioni di CO2, aumentate con l'era industriale, hanno effetti devastanti sulle riserve di ghiaccio del Pianeta e potrebbero causare, in alcune zone, uno scioglimento irreversibile.

In particolare, gli autori della ricerca hanno considerato la cosiddetta GIS, ovvero Greenland ice sheet: la superficie di ghiaccio della Groenlandia. Sono due i livelli di volume critici superati i quali si verificherebbe una perdita di ghiaccio così grande che sarebbe difficile da colmare anche in migliaia di anni.

Quando arriveremo a rilasciare 1.000 gigatonnelate di anidride carbonica nell’atmosfera, andrà perduta in modo permanente la parte meridionale della calotta glaciale groenlandese. Se ne fossero rilasciate 2.500 gigatonnellate, invece, la GIS scomparirebbe quasi totalmente.

"Una volta che avremo emesso più di 1.000 gigatonnellate di carbonio in totale, non saremo in grado di impedire che la parte meridionale della calotta glaciale della Groenlandia si sciolga completamente a lungo termine, anche se le generazioni future smetteranno del tutto di emettere carbonio. Questo scioglimento causerebbe un innalzamento del livello del mare di circa 1,8 metri, il che implica che intere regioni diventerebbero inondate e potenzialmente inabitabili" ha affermato Dennis Höning, scienziato del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e autore principale dello studio.

Secondo il climatologo, siamo già a metà strada per raggiungere il primo punto critico: "Poiché sono già stati emessi circa 500 gigatonnellate di carbonio, la possibilità di evitare di superare questa soglia critica sta gradualmente diminuendo".

Siamo purtroppo ormai abituati ad ascoltare allarmi come questo: un altro studio recente, ad esempio, afferma che entro il 2100 potrebbero scomparire oltre la metà dei ghiacciai presenti sul nostro Pianeta.