Dormi male? La colpa è (anche) del cambiamento climatico. Le profonde modificazioni che le attività antropiche stanno innescando sul Pianeta colpiscono l’ambiente che ci circonda e di conseguenza anche l’uomo: viviamo in un ecosistema, ricordi?
Anche la nostra vita quotidiana risente parecchio della crisi climatica: dall’alimentazione, con cibi che non mangiamo più perché non impossibili da coltivare alle “solite” latitudini passando alle nuove malattie con cui dobbiamo fare i conti per arrivare poi anche al sonno.
Le temperature in aumento, le condizioni meteorologiche estreme e l’inquinamento atmosferico sono tutti elementi che possono contribuire ad alterare, modificare e disturbare il nostro ritmo sonno-veglia, esponendoci dunque a conseguenze potenzialmente gravi per la nostra salute.
Le temperature aumentano con una certa (preoccupante) velocità e ogni estate che passa ce ne rendiamo sempre più conto. Non solo di giorno ma pure durante le ore notturne.
Considera infatti che diversi studi hanno dimostrato che le notti più calde possono ridurre significativamente la qualità del sonno. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Cell, per esempio, entro il 2099 le temperature più elevate potrebbero causare la perditadi 50-58 ore di sonno per persona ogni anno.
Il nostro corpo oggi ha ancora grosse difficoltà a raffreddarsi in maniera rapida, specialmente durante le notti calde e questo può inevitabilmente portare a un sonno frammentato e meno riposante.
Il dottor Roberto Volpe ci aveva spiegato infatti che tra i vari cambiamenti da cui il nostro organismo dovrà necessariamente passare c’è lo sviluppo di un sistema di sudorazione – e dunque di dissipazione di calore – molto più rapido ed efficace.
Il cambiamento climatico sta alterando anche i cicli dei fenomeni meteorologici estremi, rendendoli sempre già frequenti. Uragani, temporali, inondazioni e incendi sono tutti elementi che possono avere un impatto negativo sul sonno, provocando stress, ansia e paura interrompendo di fatto il riposo.
Per non parlare poi dei casi più estremi, quando la distruzione di abitazioni e infrastrutture lascia migliaia di persone sfollate senza una casa e senza dunque di riposare.
Nell’equazione bisogna inserire anche un’altra variabile capace di influenzare il sonno, ovvero l’inquinamento atmosferico.
Trascorrere molto tempo in aree urbane contraddistinte da una pessima qualità dell’aria vuol dire esporsi al rischio di malattie e problemi respiratori, come l’apnea notturna, che compilano non poco il sonno.
Uno studio pubblicato su Science, per esempio, ha dimostrato che questa relazione ha un’incidenza maggiore negli anziani e negli individui con comorbidità.
La temperatura ideale per dormire correttamente durante la notte varia leggermente da persona a persona: in generale però considera che se nella tua camera da letto ci sono tra i 15°C e i 20°C riusciresti a riposare senza alcun problema.
Secondo molti esperti, invece, idealmente il termometro dovrebbe segnare 18,3°C per permetterti di dormire come si deve.
In queste condizioni il corpo riuscirebbe a mantenere una temperatura interna stabile e a raggiungere la fase di sonno profondo e di sonno REM, permettendoti così di riposare.
Sai anche tu però che in estate questo purtroppo non avviene già a un po’: a meno che tu non abbia un sistema di aria condizionata nella tua camera, le temperature al suo interno molto spesso sono ben più alte di queste. Anche per questo dunque è estremamente complicato dormire di notte.
È strano pensare che riuscire ad addormentare e dormire bene in estate possa diventare una sfida, ma di fatto lo è. E allora, è giusto seguire trucchi e consigli per provare a vincerla.
Te ne avevamo già citati alcuni, per esempio:
Fonte | Climate Central