Se scomparissero gli elefanti africani avremmo un alleato in meno contro i cambiamenti climatici

L’elefante africano di foresta ha un importante compito: mangiare e calpestare piante a basso contenuto di carbonio per fare spazio ad alberi a crescita lenta in grado di assorbire CO2 in maniera più efficace. Se scomparisse questo animale, le riserve di carbonio delle foreste africane si ridurrebbero drasticamente.
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Federico Turrisi 22 Aprile 2020

Ti sei mai chiesto che mondo sarebbe senza l'elefante? Un mondo con 3 miliardi di tonnellate di carbonio in più. Non si tende a pensarlo, dispiaciuto come sei (giustamente) per le sorti dell'animale in questione, ma devi sapere che l'estinzione di una specie ha anche delle conseguenze rilevanti per l'ecosistema che lo ospita e per gli equilibri del pianeta in generale.

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell’Università della Tuscia (a Viterbo) e del Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement francese ha preso il caso dell'elefante africano di foresta (Loxodonta cyclotis, il nome della specie, che va distinta dalla Loxodonta africana che identifica invece l'elefante africano di savana, più grande rispetto a quello di foresta) e ha studiato l'impatto sull'ambiente di una sua possibile estinzione. Possibile e, si spera, non probabile, visto che il numero di esemplari sta calando in maniera vertiginosa per colpa soprattutto del bracconaggio e del traffico illegale di avorio.

Prima molto diffusi in Africa, gli elefanti delle foreste hanno modellato il loro habitat calpestando e mangiando cespugli e piante con un basso potenziale di assorbimento del carbonio. Stiamo parlando di vegetali a crescita rapida, che rispetto a quelli a crescita più lenta hanno un minore contenuto di lignina. Questo composto chimico, presente sulla parete delle cellule vegetali, è costituito per più del 60% da carbonio. Ciò significa che più lignina c'è nel tronco di un albero, maggiore è la sua capacità di assorbire carbonio, sottraendolo quindi all'atmosfera e contribuendo a contrastare il cosiddetto effetto serra.

Che cosa succederebbe se scomparissero i pachidermi? La risposta dello studio, che ha simulato questo scenario partendo da dati e misurazioni raccolte nelle foreste tropicali del bacino del fiume Congo, è chiara. La vegetazione non avrebbe il ricambio garantito dagli elefanti, che con il loro passaggio eliminano gli alberi piccoli a basso contenuto di carbonio per fare spazio a quelli più grandi a crescita lenta, più efficaci nell'assorbire CO2. La conseguenza sarebbe una significativa riduzione delle riserve di carbonio nella biomassa.

Senza elefanti, emerge dalla ricerca, le foreste africane arriverebbero a perdere fino a 3 miliardi di tonnellate di carbonio, che dunque rimarrebbero in circolazione nell'atmosfera. Insomma, la loro scomparsa non solo cambierebbe radicalmente l'aspetto delle foreste africane, ma ci complicherebbe non poco la vita nella lotta contro il cambiamento climatico.

Fonte | "Carbon stocks in central African forests enhanced by elephant disturbance" pubblicato su Nature Geoscience il 15 luglio 2019