Se vogliamo ridurre le emissioni di gas serra partiamo dalle caldaie. La proposta del Kyoto Club

Nel nostro Paese sono installate più di 19 milioni di caldaie a gas, molte delle quali sono anche vecchie. L’associazione ambientalista Kyoto Club ha di recente lanciato (insieme a Legambiente) una campagna per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento in Italia, chiedendo la sostituzione degli impianti fossili con alternative più efficienti basate su fonti rinnovabili.
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Federico Turrisi 26 Febbraio 2021

Il Green Deal europeo rappresenta davvero una delle sfide più importanti a cui ci troviamo di fronte. L'Unione Europea, di cui l'Italia fa parte, si è proposta infatti di raggiungere come obiettivo entro il 2050 quello di ridurre a zero le emissioni nette di gas serra (la cosiddetta neutralità climatica). Per il 2030 il target europeo di riduzione delle emissioni di CO2 è stato portato dal 40% ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Ma come pensiamo di arrivare a tale risultato? Sicuramente bisogna agire su vari livelli. E uno di questi è il riscaldamento degli edifici.

Non sarà certo la prima volta che senti dire che le caldaie contribuiscono all'inquinamento atmosferico. Ma a sottolineare la necessità di intervenire su questo aspetto sono soprattutto i numeri. Secondo un recente studio pubblicato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato nell'Edilizia), il riscaldamento domestico è responsabile di oltre il 19% delle emissioni di gas serra prodotte in Italia e del 60% di polveri sottili nelle aree urbane. Nel nostro Paese sono installate più di 19 milioni di caldaie a gas e si stima che oltre 7 milioni di esse siano piuttosto vecchie, ovvero siano antecedenti alla Direttiva 90/396/CE, recepita nell'ordinamento italiano con il D.P.R. 15 novembre 1996 n. 661, che disciplina gli apparecchi a gas per uso civile in un'ottica di maggiore efficienza energetica.

A partire dallo scorso autunno Legambiente e Kyoto Club, che sono i partner italiani della campagna di sensibilizzazione sulle nuove normative europee in materia di efficienza energetica denominata #Coolproducts, hanno lanciato una campagna per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento. La sfida è quella di avviare un processo di eliminazione graduale dell'uso dei combustibili fossili negli edifici residenziali.

Uno dei punti su cui si soffermano le due associazioni ambientaliste riguarda la detrazione fiscale del 110% per gli interventi di riqualificazione energetica introdotto con il Decreto Rilancio lo scorso anno. Una misura tutto sommato positiva, ma che andrebbe rivista in alcuni suoi dettagli. "Va bene incentivare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell'edificio, ma il bonus non tiene conto della distinzione tra caldaie fossili e impianti alimentati da energie rinnovabili", fa notare Sergio Andreis, direttore del Kyoto Club. "Noi chiediamo che venga applicato non in maniera indiscriminata, ma solo agli impianti da fonti rinnovabili che non producano emissioni inquinanti. Ci sono già a disposizione tecnologie mature per il riscaldamento domestico, come le pompe di calore, che sono integrabili con sistemi fotovoltaici o geotermici a bassa entalpia e hanno rendimenti più elevati rispetto alle caldaie a gas".

Ciò che occorre allora è la volontà politica di portare avanti un'operazione del genere. Ma su questo aspetto in Italia, evidentemente, c'è ancora parecchio da lavorare. "Ci sono Paesi europei, come Regno Unito, Paesi Bassi e Svezia, che hanno già fissato una scadenza per l'eliminazione delle caldaie alimentate con combustibili fossili", sottolinea Andreis. "Se avessi l'opportunità di rivolgermi al ministro della transizione ecologica? Gli direi di rivedere subito la Strategia Energetica Nazionale nel suo complesso. Non si può, per esempio, definire il gas come un combustibile di transizione. Bisogna puntare tutto su rinnovabili ed efficienza energetica: la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento è solo un tassello. Se non cambiamo la cornice generale, ossia il documento fondamentale su cui si basa tutto, non andiamo da nessuna parte".