Anche la moda può essere sostenibile, e non solo puntando su brand dichiaratamente ecologici: acquistare capi usati è uno dei trend in ascesa nel mondo, ed è un'ottima notizia per il pianeta. I dati parlano di un incremento costante e attuale: già nel 2020 il business dell'usato aveva registrato transazioni tra i 30 e i 40 miliardi di dollari. A stimarlo era stata la società BCG Consulting, che basandosi sui dati aveva anche ipotizzato un aumento annuale dal 15% al 20% nei successivi cinque anni.
Ma, per quanto i numeri siano incoraggianti, ancora non bastano. Come sappiamo, l'industria tessile è tra le più inquinanti, soprattutto quando si parla di fast fashion. Ma più persone acquisteranno second hand, meno rifiuti si produrranno, riducendo di conseguenza le emissioni dovute allo smaltimento e quelle relative alla produzione.
Da anni, diverse realtà e associazioni cercano di promuovere questa abitudine virtuosa. Per esempio Oxfam, confederazione internazionale di organizzazioni no-profit che si occupano della riduzione della povertà globale, che nel Regno Unito è presente capillarmente anche con numerosissimi charity shop, ovvero negozi second handche vivono grazie alla donazione di capi e all'acquisto (a prezzi irrisori) degli stessi. Questi charity shop rappresentano bene la circolarità della moda second hand: chi non usa più dona, e chi vuole acquistare usato può rivolgersi a questi negozi benefici.
Oxfam non si è però limitato a diffondere i negozi dell'usato solidale (che si stanno affermando sempre di più anche in Italia). Dal 2019 ha infatti lanciato la campagna #secondhandseptember. Sulla scia delle varie challenge social che diventano virali online, Second Hand September vuole esattamente sensibilizzare sull'utilità della moda circolare, sfidando gli utenti a provare ad acquistare second hand, soprattutto se non l'hanno mai fatto. Testando personalmente i lati positivi del second hand, infatti, molte persone hanno la possibilità di ricredersi, smontando falsi miti e credenze errate che aleggiano attorno all'acquisto di beni già usati.
La sfida, raccolta sotto all'hashtag #secondhandseptember, ha una sola regola: chi partecipa, nel mese di settembre deve impegnarsi ad acquistare solo capi e beni di seconda mano. Postando poi sui diversi social network, da Instagram a Tiktok, taggando Oxfam e utilizzando l'hashtag.
"Dal 2019 Second Hand September ha ispirato migliaia di persone ad acquistare con una nuova modalità più gentile nei confronti delle persone e del pianeta. Il cambiamento climatico sta avendo conseguenze per tutti, e non c'è quindi un momento migliore per agire": così fanno sapere da Oxfam, che con queste parole vuole incitare le persone ad accettare questa sfida di sostenibilità.
Una challenge che, di primo acchito, potrebbe sembrare tosta e difficile, ma che in realtà seguendo le giuste regole e i giusti consigli si rivela più facile del previsto. Oggigiorno, infatti, le possibilità sono numerosissime, si moltiplicano di mese in mese (con nuove app, piattaforme di reselling o luoghi di scambio) e, di conseguenza, acquistare second hand è semplice, economico e virtuoso.