Ti racconto un tuo ricordo: sì, perché sarà sicuramente successo anche a te. Apri il frigorifero alla ricerca di qualcosa da bere e lì in un angolo noti una bottiglia di latte nascosta dietro ad altri alimenti.
La prendi e con il sorriso soddisfatto stai per scolartela quando ti accorgi che la data di scadenza è passata da qualche giorno.
Cosa fare? Te lo chiedi perché nella tua testa frulla il dubbio se sia sicuro o meno bere il latte scaduto: forse meglio buttarlo via?
Questa è una delle domande che ci perseguitano ogni volta che apriamo il frigorifero e non sapere la risposta a volte ci porta a commettere errori che possono costare caro: sia per la nostra salute che per questo prezioso alimento che rischiamo di buttare e sprecare.
Vediamo allora insieme cosa succede al latte dopo la scadenza e come verificare se è ancora buono.
Il latte è un alimento estremamente nutriente ma, allo stesso tempo, è altamente deperibile specialmente se conservato a temperatura ambiente. Significa cioè, che il suo contenuto rischia di deteriorasi in pochissimo tempo e questo succede a causa delle concentrazioni di acqua e nutrienti, che lo rendono un terreno fertile per la crescita di batteri.
Per questo sulla confezione viene scritta in maniera chiara, leggibile e inconfondibile una dicitura che ne determina il tempo di utilizzo.
Come sai, si tratta di due date diverse: la dicitura “da consumare entro il” indica il giorno entro cui va necessariamente consumato il latte. Dopo questa data, il rischio di contaminazione batterica aumenta e il latte diventa così potenzialmente pericoloso.
Se invece dovessi leggere “da consumarsi preferibilmente entro il”, vuol dire che il latte può resistere anche diversi giorni dopo quella data e può essere dunque consumo seppur con molta attenzione.
Una volta oltrepassata la data la scadenza, il latte va incontro a una serie di cambiamenti chimici e microbiologici che ne alterano il contenuto e quindi anche le proprietà nutrizionali.
Succede infatti che i batteri presenti nel latte anche se in piccole quantità, possono moltiplicarsi rapidamente innescando un processo di acidificazione per il quale il lattosio viene fermato e trasformato in acido lattico, rendendo il latte acido e conferendogli un sapore sgradevole.
Cambia poi la consistenza, perché diventa grumoso e acquista un cattivo odore, provocato dalla formazione di composti volatili e dalla decomposizione di grassi e proteine.
Questo avviene soprattutto se il latte non è stato conservato a una temperatura adeguata e può riguardare anche il latte pastorizzato. Quello, quindi, già sottoposto a un trattamento di risanamento termico necessario per eliminare la carica microbica presenta subito dopo la mungitura.
Capisci insomma che consumare latte scaduto può non essere una buona idea. Può causare infatti diversi problemi a livello gastrointestinale come nausea, vomito e diarrea, soprattutto se i batteri patogeni sono presenti.
Dal passato al futuro: se ti dovesse capitare di aprire il frigo alla ricerca di qualcosa da bere e ti imbattessi in una bottiglia di latte scaduto, puoi fare alcuni semplici test per verificare se è ancora sicuro da bere.
Prima di tutto, puoi controllare l’odore. Se è ancora buono non sentiresti praticamente alcun odore ma se dalla bottiglia emergesse un odore acido o sgradevole significa che è meglio non consumarlo perché è andato a male.
Anche l’occhio può aiutarti. È da scartare anche se, versandolo in un bicchiere trasparente, vi notassi qualcosa di strano all’interno come :
Se ancora non fossi convinto, puoi anche fare l’assaggio di un piccolo sorso: se il sapore è acido o strano, è meglio non berlo.