
Ennesimo rinvio, anzi siamo più precisi: sesto rinvio. Ti stiamo parlando delle scelte politiche che i governi italiani hanno e stanno prendendo dal 2020 per quanto riguarda la plastic e la sugar tax, due tasse introdotte sotto forma di direttiva dall'Unione Europea e legate a prodotti con presenza di plastica e alimenti, come bevande zuccherate, che danneggiano ambiente e salute dell'essere umano. Due tasse che ancora una volta non verranno applicate stando alle ultime notizie sulla legge di Bilancio 2024 che il governo dovrà approvare a fine dicembre.
La maggioranza è orientata posticipare l'entrata in vigore delle due imposte previste dal governo Conte nella Legge di Bilancio 2020 e avrebbero garantito un'entrata fissa allo Stato ogni anno di minimo 650milioni di euro e massimo 1.5 miliardi.
@ohga La Plastictax, la #tassa che colpirebbe gli imballaggi in #plastica monouso, slitta per la quarta volta. Ma in che cosa consiste? #ecotok #ambiente
Diminuire il consumo di zucchero per ridurre i tassi di obesità e i rischi per la salute. È questo l’obiettivi della sugar tax, una tassa che colpisce le bevande zuccherate. E pensa, in Sud Africa già dal 2022 è presente questa tassa ed è stata estesa addirittura anche ai succhi a base di frutta al 100% .
Siamo ben lontani dalla Spagna in materia di tassa sulla plastica, lo Stato della Penisola iberica infatti è la nazione pioniera nell'Unione Europea della Plastic tax: la tassa sugli imballaggi e gli oggetti in plastica monouso (composti da plastica riciclata o non riciclabili).
Quanto pesa un ritardo del genere sulla strategia economica e ambientale del nostro Paese? Greenpeace ha diffuso un nuovo report con i dati che stimano le perdite legate all'assenza di una legge in materia. Secondo l'associazione, il rinvio sarebbe costato "almeno 1,2 miliardi di euro sottratti alle casse pubbliche nel 2020-2023″. Si parla di questa somma a fronte dell'attuale normativa a 0,45 euro per ogni chilogrammo di prodotti in plastica monouso venduti, mentre i costi aumentano significativamente se si prende in considerazione la proposta originale, che prevedeva una tassazione a 1 euro per chilogrammo: 6 miliardi di euro nel caso in cui si consideri la versione della Plastic Tax proposta in origine.
"In questi anni abbiamo spesso sentito l’industria italiana lamentarsi per l’introduzione della tassa sulla plastica, paventando crisi, chiusure aziendali e perdite di milioni di posti di lavoro. I nostri dati dimostrano come questo teatrino non avesse alcun fondamento reale", ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.