“Sono un’attivista di Extinction Rebellion, vi assicuro che qui sono tutti a spalare il fango”, la storia di Linda

In Emilia Romagna tutti i cittadini delle città colpite dalle alluvioni si sono attivati per dare una mano, compresi gli attivisti. Abbiamo contattato Linda Maggiori, attivista di Extinction Rebellion Faenza, per rispondere alle critiche di chi accusava gli ambientalisti di non prendere parte alle operazioni di soccorso.
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Francesco Castagna 22 Maggio 2023

Senza bandiere, simboli o segni di riconoscimento. Tutti impegnati nel dare una mano per sistemare le città colpite dall'alluvione in Emilia-Romagna. Sono gli attivisti di Extinction Rebellion di Faenza e di altre città colpite dal disastro delle ultime settimane. Mentre di fatto c'era chi in televisione o nelle sedi istituzionali li accusava di non prendere parte alle operazioni di soccorso, invitandoli a prendere la pala e spalare il fango, tutto ciò stava già accadendo.

Le critiche agli ambientalisti e le risposte

È il caso di Enrico Mentana, ma anche di Ignazio La Russa, che avevano definito il mancato soccorso degli attivisti ambientalisti un'occasione sprecata.

In risposta alle accuse i gruppi di attivisti ambientalisti hanno pubblicato un loro commento sui social. "Volevo informare che qua il gruppo di XR Faenza si è organizzato fin da subito per aiutare e dare una mano. La questione è che a differenza di altri non chiamano la stampa per fare l'intervista e farsi vedere con la palo in mano sorridenti", risponde un attivista di XR Faenza.

Si uniscono alle risposte di chi lamenta un mancato loro intervento i Fridays for Future, che ha radunato le ragazze e i ragazzi dell'organizzazione e da giorni sta aiutando la protezione civile per liberare le strade e le case dal fango e dai detriti venuti a valle. "Volete aumentare l'estrazione di gas, volete i rigassificatori, volete legarci sempre di più ai combustibili fossili. Continuate consapevolmente a ignorare il grido della comunità scientifica che vi indica la rotta da percorrere per uscire da questo suicidio di massa. Dobbiamo avviare la transizione ecologica, sbloccare le rinnovabili e bloccare i combustibili fossili",

Ultima Generazione, Fridays For Future ed Extinction Rebellion sono già nei luoghi delle alluvioni ad aiutare la popolazione colpita

Sulla vicenda è intervenuta anche Ultima Generazione, che ha così risposto così alle critiche di Enrico Mentana "forse non le sono stati sufficienti le decine (se non centinaia) di commenti al suo post precedente per capire che tantissimi cittadini tra cui anche persone aderenti o che supportano Ultima Generazione, Fridays For Future ed Extinction Rebellion sono già nei luoghi delle alluvioni ad aiutare la popolazione colpita, mentre in televisione spesso si continuano a invitare negazionisti per parlare di "maltempo".

Il gruppo ha attaccato anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, che li invitava a recarsi in Emilia-Romagna, così in cambio avrebbe provato a convincere il Senato a non costituirsi parte civile nel processo che riguarda alcuni attivisti del gruppo. In un post sui social Ultima Generazione ha risposto: "Signor La Russa, lei è l'ultima persona a poter dire cosa sia giusto o meno fare".

La storia di Linda

Abbiamo contattato Linda Maggiori, attivista di Extinction Rebellion Faenza per capire cosa stanno facendo realmente gli attivisti e in che stato sono attualmente le città.

Può dirmi come vi state organizzando in questi giorni?

Io vivo a Faenza e sono attivista di Extinction Rebellion e di un altro gruppo che si chiama Faenza Eco-logica Oltre a cercare di sensibilizzare e di lottare contro la devastazione di un territorio estremamente cementificato e pieno di allevamenti intensivi, con situazioni di inquinamento e urbanizzazione vicino ai fiumi, noi abbiamo sempre fatto questo tipo di azioni. A disastro avvenuto ci stiamo rimboccando le maniche come tutti. Posso dire che qui a Faenza non c'è nessuno che non sia sporco dalla testa ai piedi. Ci stanno venendo ad aiutare anche attivisti dalle città da dove è possibile raggiungerci, perché almeno dal sud della Regione è difficile arrivare nella nostra città.

Da Bologna sono venuti molti attivisti di XR Bologna, Fridays for Future Forlì che sono molto attivi sul territorio. Chi sul dà una mano senza etichette e senza andare in giro -ovviamente- con le bandiere. È anche per quello che non abbiamo ricevuto una certa visibilità nei media, perché chi viene è sporco di fango come tutti, non ha nessuno stemma e nessuna bandiera. Eppure ci siamo, noi del territorio e chi può venire ad aiutarci. Chi non può ci sta chiedendo come fare ad aiutarci in maniera alternativa.

Sono state create anche delle "brigate di solidarietà attiva" per aiutare le persone del posto a liberare le case dagli oggetti danneggiati e dal fango.

Com'è Faenza in questo momento? 

Uno scenario post-bellico. Sembra di rivedere una cartolina dei bombardamenti nel '44-'45. Le strade centrali, le piazze, i ponti sono completamente bianchi, perché le strutture si stanno asciugando da questo fango argilloso. C'è tutta polvere in giro, si sta alzando con il sole questa polverina che è dannosa per la salute dell'uomo.

Tutte le strade sono totalmente piene di oggetti che sono stati distrutti dal fango e dall'acqua. Oltre alle case, tantissimi luoghi di cultura distrutti: dalla biblioteca alla scuola di musica. Io ho uno dei miei figli che studiava musica e ora purtroppo non potrà più andarci perché è  stata inondata. Per non parlare dei musei, non so quantificare i danni attualmente, ma la situazione è catastrofica.

Qual è attualmente il dialogo con le istituzioni? 

Attualmente siamo tutti presi a risolvere l'emergenza. Siamo nel fango dalla mattina alla sera. Di fatto stiamo chiedendo ancor più di ripensare il piano di urbanizzazione per non permettere più di urbanizzare vicino ai fiumi, ma al contrario di realizzare le casse di espansione, ovvero luoghi vicini ai fiumi dove gli argini sono bassi per permettere al fiume di esondare e dare anche beneficio al terreno. Nella nostra Regione si parla tantissimo di "hub del gas" o di progetti come il rigassificatore che vorrebbero realizzare a Ravenna, o di un metanodotto di 45km.

Tutto questo nel ravennate, zona che è stata allagata e colpita da questa tremenda alluvione. È una schizofrenia per cui da una parte si piange per il disastro avvenuto, dall'altra si ignorano totalmente i pareri scientifici che ci dicono da tempo che entro il 2050 Ravenna sarà sotto il livello del mare e, progressivamente, tutta la bassa Romagna.

Adesso lo stiamo vivendo sulla nostra pelle, il cambiamento climatico, per cui ancora con più forza stiamo chiedendo di fermare immediatamente il finanziamento a tutti i progetti sui combustibili fossili. È poi importante ricordare una cosa, è fondamentale dare la possibilità al fiume di potersi espandere senza fare danni. Qui a Faenza abbiamo un terreno vicino al fiume dove dovrebbero essere costruite schiere di villette o parcheggi etc., immaginiamoci i danni su un terreno altamente urbanizzato e costruito.

Molti giornali hanno parlato di maltempo, altri di pianura alluvionale, altri ancora di un ciclone. Cosa ne pensate voi? 

Stiamo andando verso un clima tropicale, questo in realtà ce lo avevano già detto gli scienziati. Non è solo caldo e basta, ma passare da mesi di siccità a mesi di cicloni. Una sorta di clima tropicale-monsonico. Certo che c'erano state alluvioni anni fa, ma mai con questa frequenza. Qui a Faenza abbiamo avuto due alluvioni nell'arco di un mese. È un fatto che nemmeno i più anziani ricordano, sono tutti sconvolti.

Non è maltempo, non è sfortuna. Stiamo andando verso un clima diverso e il nostro territorio non è abituato.

Da quanto fa parte degli XR e cosa l'ha convinta? 

Io sono mamma di quattro bambini, quindi sicuramente la cosa che più mi ha mosso in questi dieci anni è proprio la consapevolezza che dobbiamo attivarci per salvare il salvabile e il futuro dei nostri figli. Il pensiero di lasciare un Pianeta sempre più devastato e inabitabile non e pensabile. O si cede alla disperazione e all'inazione, oppure si agisce. Razionalmente si è pessimisti perché sappiamo di essere in pochi, ma dall'altra parte dobbiamo continuare ad agire sia prima dei disastri, sia durante, sia dopo.

Crediti foto di copertina: Facebook_XRFaenza