
Comprare cibo per poi buttarlo via? Un vero spreco. Eppure fa parte della nostra quotidianità, al punto che quasi non ce ne rendiamo conto. Quando facciamo la spesa è difficile riuscire a individuare esattamente cosa saremo in grado di consumare durante la settimana. Inevitabilmente, qualcosa viene dimenticato in fondo al frigo e, una volta scaduto, viene gettato via. E anche chi ci sta molto attento sarà costretto ad ammettere che, ogni tanto, qualcosa sfugge e finisce dritto nel cestino.
Anche nelle mense scolastiche e nei supermercati il problema si pone, e va combattuto. Alimenti vicini alla scadenza, frutta e verdura ottimi ma con un aspetto poco appetibile, tutto cibo che potrebbe essere consumato ma che, troppo spesso, finisce nel bidone dell’umido. Eppure, sembra che qualcosa stia cambiando. I dati sullo spreco alimentare sono in netto miglioramento, la legge Gadda ha permesso di recuperare e donare facilmente gli alimenti scartati, e sempre più cittadini manifestano una grande sensibilità al tema dello spreco.
Solo in Italia, ciascuno di noi butta via almeno 37 kg di cibo ogni anno. Secondo i Diari di Famiglia dello Spreco, una ricerca condotta su 400 nuclei famigliari e su un campione di scuole in tutta Italia, in media ogni famiglia butta via 84,9 kg di cibo all’anno. In totale, si parla di 2,2 milioni di tonnellate di cibo sprecato, per un costo complessivo di 8,5 miliardi di euro. Circa lo 0,6% del Prodotto interno lordo italiano. Assurdo, vero? Eppure stiamo migliorando molto.
Pare infatti che rispetto ai dati registrati nel 2016 lo spreco alimentare in Italia sia diminuito del 40%. E, sicuramente, possiamo fare ancora di più. È più che altro nelle scuole e nella grande distribuzione che lo spreco si fa sentire. Nelle mense scolastiche, infatti, quasi un terzo dei pasti viene buttato via, e nei supermercati si sprecano quasi 8 grammi di cibo al giorno per abitante. Nella top 3 dei cibi più gettati ci sono la verdura, latte e latticini e la frutta.
Con l’entrata in vigore, il 14 settembre 2016, della legge Gadda 166/16 contro lo spreco dei prodotti alimentari e farmaceutici, l’Italia ha compiuto un passo avanti non da poco. Grazie alle sue disposizioni, infatti, è stato facilitato notevolmente tutto il sistema di donazione del cibo in eccesso, attraverso agevolazioni burocratiche, normative e sgravi fiscali importanti, che incentivano enti privati e pubblici a donare il cibo avanzato (che altrimenti andrebbe sprecato) a chi ne ha più bisogno. In più, la legge ha messo in campo misure e incentivi per promuovere l’utilizzo della doggy bag nei ristoranti, così da permettere alle famiglie di portarsi a casa gli avanzi del pasto invece di farli finire nel bidone dell’immondizia.
Così, negli ultimi anni sono nate decine di iniziative e associazioni aventi come scopo il recupero degli scarti alimentari per aiutare le persone più in difficoltà. Banco alimentare ha calcolato che, a un anno dall’entrata in vigore della legge, le strutture che hanno donato i loro esuberi alimentari sono aumentate del 20%.
Negli ultimi anni sono tantissime le iniziative nate per ridurre lo spreco di cibo in ristoranti e supermercati ma, per quanto riguarda quello casalingo, tutto comincia da noi. Secondo il Ministero dell’Agricoltura, infatti, il 50% degli sprechi avviene tra le mura di casa. È quindi importante proseguire l’opera di sensibilizzazione delle famiglie italiane allo spreco alimentare, e questo deve avvenire soprattutto a partire dagli scaffali del supermercato, dove troppo spesso prendiamo cose a caso che siamo convinti ci serviranno in futuro ma poi alla fine le abbandoniamo in fondo al frigo.
Nel 2017, il Ministero delle politiche agricole ha messo in campo la campagna #iononspreco mentre faccio la spesa: una sorta di vademecum per non acquistare alimenti che poi quasi sicuramente andrebbero sprecati. Ma sono tanti i piccoli accorgimenti che puoi tenere in considerazione per evitare gli sprechi, a partire da quando fai la spesa, fino al consumo in casa.
Eccone alcuni: