Stockholm50, a mezzo secolo dalla prima Conferenza Onu sull’Ambiente c’è sempre più bisogno di giustizia climatica

A cinquant’anni dalla Conferenza di Stoccolma, pietra miliare nella storia del Diritto Ambientale, un meeting Onu ha celebrato l’evento del 1972 facendo il punto sul presente e sul futuro della tutela del pianeta. Un appuntamento più simbolico che altro, in attesa di quello che conterà davvero: la Cop27 di Sharm El-Sheikh.
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Michele Mastandrea 7 Giugno 2022

Con l'aggravarsi della crisi climatica, siamo sempre più circondati da notizie e approfondimenti sulle condizioni del nostro pianeta. La sensibilità collettiva su questo tema è fortemente aumentata, ed è una buona notizia. Per questo motivo, oltre a sorridere quando le piazze si riempiono di giovani e giovanissime che invocano un'azione decisa di contrasto ai cambiamenti climatici, guardiamo con speranza a eventi come le Cop.

Ti parlo delle conferenze che ogni anno riuniscono delegati dei governi, esperti, associazioni e attivisti per prendere decisioni e trovare soluzioni ai problemi ambientali. Spesso, purtroppo, senza ottenere risultati all'altezza delle aspettative della comunità internazionale. Dopo la deludente Cop26 di Glasgow, il prossimo appuntamento, la Cop27, è in programma dal 7 al 18 novembre 2022 a Sharm El-Sheikh.

50 anni fa la Conferenza di Stoccolma

Devi sapere che questi tipi di appuntamenti sono nati sull'onda della storica Conferenza di Stoccolma. Proprio il 5 giugno 1972 si aprirono infatti i lavori di quella che diventò il simbolo della presa di coscienza collettiva della comunità internazionale sull'importanza di tutelare i nostri ecosistemi. Non a caso, la Giornata mondiale dell'Ambiente si celebra proprio ogni 5 Giugno.

Risultato della conferenza fu la redazione di un testo, ribattezzato appunto Carta di Stoccolma, che divenne da quel momento un tassello fondamentale del diritto internazionale dell'ambiente. La Carta è composta da 26 principi sui diritti e sulle responsabilità umane per quanto riguarda l'ambiente, sulla cui base si sono poi andati a sancire tantissimi trattati, convenzioni e protocolli. A Stoccolma nacque anche la notissima definizione di ‘sviluppo sostenibile'.

Stockholm+50

Negli scorsi giorni si è tenuta la Conferenza Onu ‘Stoccolma+50‘, proprio per ricordare l'importanza di quell'evento e attualizzarlo. Anche come sprone ai prossimi meeting internazionali sul tema dell'ambiente, come la Cop27 egiziana, che si spera possano rimanere nella storia così come la riunione in terra svedese.

Sono state pubblicate le Dieci Raccomandazioni per assicurare un cambio di passo sul tema della protezione dell'ambiente e dunque per la prosperità collettiva. Ma si è trattato in ogni caso di un appuntamento poco più che simbolico: un meeting commemorativo dell'evento di cinque decenni fa e poco più. Non sono infatti stati presi impegni vincolanti di alcun tipo.

Nelle strade della capitale svedese diversi cortei hanno invece fatto sentire la voce di chi vuole portare avanti lo spirito innovativo della conferenza di cinquanta anni fa, prendendo azioni coraggiose contro il Climate Change. E ci sono stati anche interventi dei manifestanti nell'ambito del meeting.

"We cannot eat coal. We cannot drink oil. We cannot breathe gas", ha scandito Vanessa Nakate, una delle attiviste più note a livello internazionale. Nakate rappresentava una coalizione di attivisti indigeni e giovani manifestanti che chiede un trattato immediato per mettere fine all'estrazione e all'uso di fonti fossili. A riprova del fatto che lo spirito di Stoccolma esiste ancora, soprattutto nei più giovani. E del fatto che c'è sempre più bisogno di giustizia climatica.