Street for Kids, l’iniziativa contro il traffico fuori dalle scuole che strizza l’occhio all’ecologia

Immagina se le strade di fronte alle scuole fossero chiuse al traffico. Niente clacson, niente gas di scarico, niente pericolo di investimenti. Una campagna lanciata in questi giorni illumina i benefici di questa scelta, che tutte le città europee dovrebbero compiere.
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Sara Polotti 18 Maggio 2022

Non solo migliore vivibilità delle città e dei paesi, ma anche riduzione importante dell'inquinamento.

Dallo scorso 6 maggio in diverse città europee si è svolta la campagna #StreetForKids, un'iniziativa durata fino al 15 maggio per sensibilizzare la cittadinanza riguardo ai benefici del divieto di traffico attorno alle scuole. Un'idea che non va solo a beneficio dei bambini e delle famiglie, ma che si ripercuote positivamente sulle città nella loro interezza, dal momento che ridurre il traffico – anche se in uno spazio limitato – aiuta a ridimensionare notevolmente lo smog causato dai mezzi di trasporto a combustione.

La campagna #StreetForKids

"Le school-street, le strade delle scuole, vogliono essere le strade chiuse al traffico che stanno di fronte alle scuole e che renderebbero le vie più sicure e l'aria più pulita. Queste strade incoraggerebbero le famiglie a camminare, ad andare in bicicletta o ad utilizzare il trasporto pubblico per recarsi a scuola": questo si legge sul sito della campagna, promossa da Clean Cities Campaign, una coalizione europea che raccoglie diverse ONG e gruppi che vogliono incoraggiare le città a compiere la transizione ecologica, per raggiungere l'obiettivo zero emissioni fissato per il 2030.

 

L'iniziativa Street for Kids mette quindi in luce una delle tante modalità che le città hanno a disposizione per raggiungere questo goal, dal momento che rendere le strade scolastiche chiuse al traffico aiuterebbe molto la sostenibilità urbana, riducendo la polluzione causata da automobili e veicoli.

Le school-street migliorano aria e benessere

Clean Cities Campaign in occasione delle azioni #StreetForKids ha diffuso un interessante report che mostra come concretamente la chiusura del traffico di fronte alle scuole porti benefici tangibili. Questo perché l'abitudine a scaricare i bambini proprio di fronte a scuola, in automobile, rappresenta una fetta enorme di traffico motorizzato. Si calcola che solo a Londra ogni giorno 254mila viaggi in auto siano dovuti semplicemente al drop-off di bimbe e bimbe fuori da scuola. A questo proposito, Transport for London ha pubblicato i risultati di una ricerca che dimostra come gli interventi a favore della riduzione del transito attorno alle scuole riducano il traffico del 18%. In Francia il discorso non cambia di molto: uno studio commissionato da UNICEF nel 2020 riporta che il 70% dei genitori (intervistati) utilizzi la macchina abitualmente per portare i figli a scuola, anche se solo l'8% degli stessi vive a più di 5km dall'istituto scolastico. Un dato che fa intuire facilmente come il traffico possa essere abbattuto facendo una scelta diversa in termini di trasporto.

Non si tratta però solo di benefici in termini di traffico, e quindi di sicurezza stradale. Anche l'aria sta meglio, quando i drop-off si riducono: uno studio condotto attorno alle scuole di Brent, Enfield e Lambeth, sempre in UK, ha dimostrato come chiudere al transito la zona limitrofa abbia ridotto del 23% il diossido di azoto (NO2); in Belgio i risultati sono simili, con una riduzione del 20%.

Per quanto riguarda il benessere delle famiglie e dei bambini, anche questo ne esce rafforzato. Secondo il report, infatti, nelle aree in cui sono state istituite school-street i bambini e le bambine hanno preso l'abitudine di compiere il tragitto più attivamente, e quindi a piedi o in bicicletta. Nella zona londinese di Hackney, per esempio, da quando si è deciso di chiudere le strade scolastiche al traffico, il numero di studenti che si recano in bici a scuola è aumentato del 50%. Un dato ufficiale, diffuso dall'Hackney Council.

La situazione in Italia

A partecipare all'iniziativa Street for Kids sono state diverse realtà italiane, a partire da Legambiente e da Bike to School Roma, e si spera che queste azioni abbiano ripercussioni positive e diffuse.

 

Se infatti in Inghilterra cominciano ad essere diverse le città che chiudono le strade scolastiche al traffico (a partire da Londra, supportata da Transport for London), in Italia non c'è ancora un coordinamento centrale e organizzato, così come non ci sono normative precise o cartelli stradali ad hoc. Alcune iniziative esistono, ma restano sperimentazioni locali e limitate.

Eppure ce ne sarebbe molto bisogno. Secondo il ranking di Clean Cities, tra le prime dieci città europee positivamente valutate non ce n'è nemmeno una italiana. I requisiti per scalare la classifica? Dovremmo avere più spazio vivibile per i pedoni, aria più pulita, più accesso alla mobilità sostenibile e strade più sicure. Partendo dalle strade scolastiche che finalmente molti istituti e famiglie cominciano a chiedere.