Come saranno gestiti i rifiuti nel nuovo termovalorizzatore Roma e quanto sarà sostenibile l’impianto

Il nuovo termovalorizzatore di Roma mira a diventare uno dei più sostenibili in Europa. In questo articolo abbiamo esaminato da vicino il progetto per verificare se tale obiettivo sia davvero realizzabile.
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Annatina Fanigliulo 29 Marzo 2024

Ci siamo già soffermati sul ruolo del termovalorizzatore per risolvere il problema della gestione dei rifiuti esaminando il contesto in cui questo strumento si rivela funzionale. Tuttavia, vogliamo approfondire ulteriormente l'argomento, descrivendoti il futuro termovalorizzatore di Roma per fornirti un'anteprima delle caratteristiche strutturali che avrà e fare chiarezza su quanto sarà "sostenibile".

La localizzazione e la portata

Il nuovo termovalorizzatore di Roma, che prenderà il nome di "Parco delle Risorse Circolari", sarà un'opera imponente, aperta al pubblico e ispirata al concetto di parco urbano, simile al Copen Hill di Copenaghen.

Situato a Santa Palomba, ai piedi dei Castelli Romani, sarà integrato armonicamente con l'orografia dei Colli Albani.

L'impianto, verrà collocato strategicamente tra il Vulcano Laziale e la città di Pomezia e accoglierà camion e visitatori da via Cancelliera, con un accesso di emergenza dalla Via Ardeatina, e i suoi viali alberati creeranno uno scenario suggestivo.

Dal punto di vista operativo, il termovalorizzatore gestirà circa 600.000 tonnellate di rifiuti urbani non differenziati all'anno, pari alla metà dei rifiuti prodotti annualmente nella regione Lazio. Fornirà energia per soddisfare il fabbisogno energetico di 200.000 famiglie, lavorando 342 giorni all'anno per un totale di 8200 ore. Con un flusso previsto di 9 mezzi ogni ora, si prevede un ingresso giornaliero di almeno 2.000 tonnellate di rifiuti, trasportati principalmente da camion.

Per evitare congestioni stradali è prevista la creazione di una strada circolare intorno alla struttura, con l'obiettivo di garantire un accesso agevole e una gestione fluida del traffico.

Analisi della struttura impiantistica

Una volta varcato l'accesso, i rifiuti in entrata verranno attentamente controllati e pesati, dato che la conoscenza della loro composizione è fondamentale per il corretto funzionamento di goni termovalorizzatore.
Questi, poi, saranno diretti verso l'avanfossa, dove verranno scaricati e prelevati tramite gru per essere trasportati nella caldaia.

All'interno della caldaia, un sistema di tubi attraversati da acqua sfrutterà il calore derivante dalla combustione dei rifiuti per produrre vapore. Questo vapore verrà poi suddiviso in parte per alimentare le turbine per la produzione di energia elettrica, mentre il resto sarà destinato al sistema di teleriscaldamento per il riscaldamento delle abitazioni.

Oltre alla sua funzionalità, il termovalorizzatore è progettato anche per essere accessibile al pubblico.
Un corridoio rosso, denominato "Via delle Risorse Circolari", condurrà i visitatori attraverso un percorso di 800 metri, collegando l'entrata con la Serra e il Tetto Fiorito.

Questa passeggiata permetterà alle persone di vivere l'esperienza del termovalorizzatore come una piacevole passeggiata nel parco.

La Serra ospiterà alberi "mangia-smog", capaci di assorbire grandi quantità di CO2, mentre il Tetto Fiorito non sarà solo un tetto, ma un orto sperimentale. Da qui sarà possibile accedere al Belvedere, un punto panoramico aperto sull'Agro Romano.

La gestione dei fumi ed emissioni

Al centro delle preoccupazioni riguardo il nuovo termovalorizzatore di Roma c'è la gestione dei fumi prodotti dalla caldaia durante la combustione dei rifiuti.
Questi gas nocivi non saranno rilasciati nell'aria senza controllo, ma saranno sottoposti a un trattamento apposito per eliminare gli inquinanti come acidi, gas nocivi e metalli pesanti, garantendo che le emissioni siano pulite e sicure per l'ambiente e le persone circostanti.

Dopo la combustione dei rifiuti, i gas nocivi provenienti dalla caldaia passeranno attraverso una linea fumi dotata di filtri speciali per rimuovere la maggior parte degli inquinanti, che verranno temporaneamente stoccati e successivamente smaltiti.
Solo una piccola frazione degli inquinanti generati durante la combustione verrà emessa nell'ambiente.

Infatti, rispetto ad altri termovalorizzatori presenti in Italia, l'impatto ambientale del termovalorizzatore di Roma sembra essere significativamente ridotto. Le stime delle emissioni annue mostrano un tasso di  emissione dell’1% per ciascun inquinante rispetto alla provincia di Roma o all'intera regione.

Ad esempio, le emissioni di monossido di carbonio, che nella provincia di Roma raggiungono le 82.999 tonnellate all'anno, vedrebbero un'aggiunta di sole 0,130 tonnellate riconducibili al nuovo impianto.

Inoltre, per garantire il rispetto degli standard ambientali, l'impianto richiederà un'autorizzazione speciale chiamata Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che impone l'adozione di tecniche e strategie per ridurre al minimo le emissioni di sostanze nocive nell'aria.

Confrontando il nuovo impianto con alcuni dei più grandi termovalorizzatori italiani, possiamo notare che per la maggior parte degli inquinanti, l'impianto di Roma rispetterà i limiti stabiliti.

Tuttavia, è importante notare che per il monossido di carbonio il valore previsto è leggermente superiore al minimo, ma ancora al di sotto del massimo, anche rispetto agli altri impianti considerati.

Uso dell'acqua, gas e recupero delle scorie

Uno degli aspetti cruciali del nuovo termovalorizzatore di Roma riguarda i consumi. Per il suo funzionamento, l'impianto necessiterà di circa 1.200.000 metri cubi di gas naturale all'anno, una quantità allineata con i consumi tipici di un termovalorizzatore di dimensioni simili, e di circa 240.000 litri di acqua al giorno.
Tuttavia, la zona in cui sarà situato è già vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, aggravata dallo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, anche a causa della presenza della discarica di Albano Laziale, chiusa solo recentemente.

Il Comune di Roma ha proposto diverse soluzioni per affrontare questa sfida, tra cui il recupero dell'acqua piovana e delle acque di condensazione dalla linea di trattamento dei fumi, prevedendo di recuperare circa 4.340.000 litri di acqua all'anno da questi processi.
Tuttavia, questa quantità rappresenta solo una frazione dei requisiti annui di acqua e dipenderà anche dalle precipitazioni atmosferiche, sempre più imprevedibili a causa dei cambiamenti climatici.

Un ultimo aspetto da considerare è il "Carbon Capture and Storage" (CCS), un metodo per catturare la CO2 emessa dagli impianti industriali per immagazzinarla sotto terra. Potenzialmente sarà stoccata in vecchi giacimenti esauriti di gas naturale nel mare Adriatico considerati sicuri.

Tuttavia, questa tecnologia è ancora in fase sperimentale. Per questo motivo, ad oggi, è utilizzata solo in circa 40 impianti in tutto il mondo, e rimane soggetta a miglioramenti e studi approfonditi a causa dei rischi associati.

Infine, per quanto riguarda il recupero delle scorie, i residui della combustione dei rifiuti saranno trasportati e stoccati in appositi silos.
Tuttavia, il processo di recupero e riutilizzo di queste scorie non è ancora chiaro, ma potrebbero essere vendute ad altre aziende per essere impiegate in processi industriali come la produzione di cemento.

In conclusione, il nuovo termovalorizzatore di Roma è un ambizioso progetto che mira non solo a gestire i rifiuti della capitale in modo efficiente, ma anche a mitigare l'impatto ambientale.
Attraverso soluzioni innovative e tecnologie avanzate, l'impianto cerca di affrontare le attuali sfide ambientali come i consumi energetici e idrici, la gestione dei gas di combustione e il recupero delle scorie. Tuttavia, rimangono ancora questioni aperte e sfide da affrontare, come la necessità di monitorare e migliorare costantemente le prestazioni ambientali dell'impianto.

Il termovalorizzatore di Roma si presenta, quindi, non solo come una risposta alle esigenze di gestione dei rifiuti della città, ma anche come un banco di prova per l'innovazione e la sostenibilità ambientale nell'ambito dell'energia e del trattamento dei rifiuti. Comunque, tutto è ancora solo sulla carta e per conoscere quale azienda si aggiudicherà l'appalto dobbiamo aspettare maggio 2024.

Fonte |  Comune di Roma